Doveva essere un giorno di festa ed invece sarà ricordato come uno dei giorni più neri del calcio a livello amatoriale. Il teatro è il campo “Martellini” di Porto Sant’Elpidio e gli attori sono la Real Fefo di San Benedetto, squadra vincitrice del campionato della provincia di Ascoli Piceno e il Pietralacroce 73, campione della provincia anconetana. Ci si gioca il titolo regionale e quindi un appuntamento importante soprattutto per la Real Fefo che si affaccia per la prima volta a questo livello nonostante sia solo al quarto anno nel campionato amatori.
«Ci siamo recati allo stadio pensando di vivere una giornata di sport e di festa – iniziano a raccontare dalla società sambenedettese – ma purtroppo non è stato così: siamo arrivati al campo con fidanzate, genitori, amici e siamo stati sistemati nell’unica tribunetta presente e a stretto contatto con un gruppo di una quindicina di persone provenienti dall’anconetano che, come confermato anche dai nostri avversari in campo, facenti parte degli ultras dell’Ancona».
«Sin dall’inizio – continuano nel racconto – proprio questo gruppetto di tifosi anconetani ha provocato i nostri con frasi del tipo “stai seduto pesciaro di…” e qualcuno ha magari anche risposto. La partita in campo è stata abbastanza maschia ma questo fa parte del gioco. Dopo il primo tempo terminato a reti inviolate, nella ripresa la tensione in campo è aumentata. Noi dal campo avevamo notato dei piccoli battibecchi nella tribuna ma roba di poco conto. Quando, poi, abbiamo segnato (circa la mezzora) il gol che ci avrebbe dato il titolo regionale, siamo andati ad esultare sotto la porzione di tribuna dove c’erano i nostri amici, tra cui una donna incinta.
I “tifosi” avversari hanno preso a pretesto questa cosa cominciando a picchiare chiunque con cinghie, bottiglie di vetro, calci e pugni in branco e colpendo alla cieca. Alcuni dei nostri sono stati accerchiati e hanno cercato di difendersi allontanando le proprie ragazze. Una di queste è stata gettata a terra e ha riportato anche delle lesioni ed è stata soccorsa dall’ambulanza presente sul campo. Un uomo è stato spinto ed è caduto dai gradoni e ha riportato un problema ad una gamba. Molti dei nostri sono riusciti a scappare all’esterno dell’impianto rincorsi da questi delinquenti con cinghie in mano.
L’arbitro accortosi di quello che accadeva sulla tribuna ha sospeso la gara. Voglio precisare che non c’era un solo addetto alla sicurezza e carabinieri e polizia locale sono arrivati solo dopo 15-20 minuti dal termine del caos. Come società Real Fefo, oltre ad essere delusi per quanto accaduto, siamo amareggiati dalla federazione che non ci ha tutelati in quanto organizzatori dell’evento e avevano il compito di tutelare l’incolumità sia di chi era in campo ma anche di chi era in tribuna. Un rappresentante era presente a bordo campo e alle prime avvisaglie avrebbe dovuto chiamare le forze dell’ordine».
«Abbiamo pagato per disputare questo campionato Amatori e allo stesso tempo ci siamo accollati, a metà con il Pietralacroce, il costo dell’affitto del campo e della presenza dell’ambulanza. Siamo saliti fino a Porto Sant’Elpidio per vivere una giornata di sport e se avessimo saputo che fosse stato pericoloso, non avremmo mai fatto venire genitori, ragazze e mogli».
In conclusione: «Quello che deciderà la Federazione (ripetizione della gara, vittoria a tavolino ecc.) non ci importa più. Probabilmente i tifosi del Pietralacroce hanno scambiato questa gara come Samb-Ancona ma noi siamo completamente fuori a queste cose perché siamo una squadra amatoriale composta da amici di un bar di San Benedetto e non c’entriamo nulla con le storie di ultras. Fortunatamente non si c’è scappato il morto. Alcuni dei nostri amici ci hanno detto che non andranno mai più a vedere una partita di calcio. Lo sport è un’altra cosa e a livello amatoriale è impensabile quanto è accaduto».