AVEZZANO-SAMB 1-0, LE PAROLE DI PALLADINI
AVEZZANO-SAMB 1-0, LA CRONACA
Si può ben dire che tanto tuonò che piovve: dopo tre pareggi, di cui gli ultimi due salvati dai prodigiosi interventi di Orsini nel finale, è arrivata la mazzata della sconfitta in quelle “Termopili” evocate in settimana dal presidente marsicano Pecorelli, dove termina alle soglie di un intero girone la sequenza di 16 risultati utili consecutivi con la prima battuta d’arresto in trasferta. Così come il Campobasso, che però vinse il campionato, dello scorso anno, in questa stagione è il non certo trascendentale Avezzano ad infliggere un uno-due ai rossoblù con un duplice 1-0, mandando la Samb in bianco sia all’andata, disputata in un turno infrasettimanale, che al ritorno in assenza dei tifosi di casa nostra e davanti ad uno sparuto pubblico, divenuto però man mano sempre più rumoroso.
Eppure con il copia-incolla del layout schierato a L’Aquila, un 4-2-3-1 con Chiatante di nuovo alto a sinistra e rispetto ad allora con il doppio cambio di uomini dettato dagli infortuni (Lulli al posto di Candellori al fianco di Guadalupi e Moretti in luogo di capitan Eusepi) la Samb era partita con il piglio giusto di fronte al dinamico 4-3-3 schierato da mister Pagliarini, al suo secondo mandato biancoverde stagionale, facendo presagire una conferma della tradizione positiva ad Avezzano (tre vittorie e un pari nelle precedenti 4 visite). Invece una volta blindata la propria porta da un ottimo Cultraro, i padroni di casa man mano si sono organizzati, raddoppiando le marcature e ripartendo efficacemente e rapidamente con uno scatenato Konate e un Ferrari, che ha mostrato le doti per cui la Samb aveva cercato di acquisirlo nel calciomercato invernale. Proprio il meritevole match-winner Cannavaro ha ringhiato sempre più, mostrando palesemente quella cattiveria e quella determinazione, che in questo pessimo mese di febbraio, concluso con 3 pari e 1 sconfitta (ricorda tanto il disastroso dicembre della passata stagione con soli 2 punti incamerati), sono mancate in modo ingiustificato agli uomini di Palladini, a cui oggi rimproveriamo i tardivi inserimenti di Fabbrini e Paolini, gli unici che avrebbero potuto imprimere un reale cambio di passo ad una manovra piuttosto spenta.
Infatti, mentre la gara d’andata era stata letteralmente stregata con una Samb, che aveva giocato ad una porta, senza fare breccia nel muro ospite eretto dall’allora mister Pochesci, stavolta c’è poco da rammaricarsi soprattutto alla luce della seconda parte del primo tempo e dell’intera ripresa, disputati con poco mordente, scarsa convinzione e una stucchevole sequela di lunghi e telefonati rilanci, costantemente preda di un Bassini, anche oggi imbattibile sulle traiettorie aeree, e di Simone Sbardella, gemello dell’ex Samb Luca. Quello che più preoccupa è che la Samb ha perso smalto in alcuni elementi chiave (vedi Kerjota e Guadalupi), non ha finora trovato nuova linfa da Sbaffo e sta sempre più faticando ad essere incisiva negli ultimi sedici metri. Quella fame, quel coriaceo e combattivo collettivo e quel rapido gioco palla a terra ammirati fino al Gran Sasso di L’Aquila sembrano essere solo un ricordo: ecco quindi la reiterata difficoltà a sbloccare il risultato e a sostenere un’intensità in grado di mettere alle corde gli avversari.
Le due battistrada di un mese fa, appunto Samb e L’Aquila, sembrano essersi impantanate, mentre nel contempo stanno emergendo altre due abruzzesi pimpanti e in crescendo, come Chieti e Teramo, che oggi hanno ridotto il distacco a 8 punti. Peccato, perché quello che appariva un girono di ritorno in discesa dopo le quattro vittorie nelle prime quattro giornate con addirittura 16 gol segnati, ora torna ad essere irto di ostacoli (con Chieti, imbattuto da 10 turni, e Teramo ci sarà da disputare lo scontro diretto, il primo in casa ed il secondo in trasferta), ed emblematica è proprio l’improvvisa sterilità offensiva con 1 sola rete (il pari di Moretti contro il Castelfidardo) realizzata negli ultimi quattro incontri. C’è ora assolutamente da ricompattarsi, da recuperare gli stimoli giusti, da ricaricare batterie un tantino esauste, da trovare alternative e rinnovate linee di gioco e la stessa società dovrà far sentire ancor più la propria vicinanza ad una squadra, apparsa a tratti addirittura smarrita e sfiduciata.
Avanti, quindi, senza paura per riprendere la marcia giusta, tornando alla vittoria, e soprattutto senza far drammi, perché quelli veri sono ben altri, come quello che purtroppo ha colpito in settimana la famiglia dell’amatissimo ex rossoblù Alfiero Caposciutti, nonché apprezzato opinionista televisivo, al cui immenso dolore l’intero staff della Gazzetta Rossoblù partecipa di cuore.
Alessio Perotti
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