«Giocare a calcio è semplice, ma giocare un calcio semplice è difficile» diceva Crujiff. La dicotomia degli under e i problemi mentali della squadra: ecco perché le drastiche scelte di Franco Fedeli sono state giuste…
Oltre alla banda del buco, che purtroppo imperversa tra tabaccherie e banche del Piceno, ce n’è un’altra che ha fatto diventare l’ex fortino del Riviera appetibile terra di conquista per tutti. E’ quella composta da undici giovanotti in rossoblù, che in 180 minuti sono stati infilzati nove volte dalla doppia M (Monticelli-Matelica), quando la Samb di una volta non ne subiva tanti in casa nemmeno in un campionato intero. Così quando appena dopo il triplice fischio finale ho visto Franco Fedeli improvvisamente in panchina a parlottare con il figlio ho capito che nella testa del patron era già maturato il “reset” ufficializzato solo il giorno successivo. In “primis” era sacrosanto silurare Alunni, un direttore sportivo che ha avuto sì l’attenuante di arrivare a squadra quasi completata, ma che non ha apportato i giusti correttivi in tema di under, prendendo addirittura un ’96 (Mapelli) quando sarebbe servito un ’97 e snobbando clamorosamente un calciatore come Esposito, persino dichiaratosi disponibilissimo a trasferirsi a San Benedetto e che almeno avremmo sottratto alla temibile concorrenza. Più delicato il discorso su mister Beoni, che come Giano ha presentato una Samb bifronte. Ragionandoci però ritengo giusta anche la decisione del suo esonero, nonostante abbia apprezzato le brillanti performance esterne: questo fondamentalmente per tre motivi. Primo: il trainer aretino si è dimostrato incapace di attuare le necessarie contromisure quando la squadra andava in difficoltà, soprattutto di fronte ad attaccanti altrui rapidi. Secondo: Beoni non è riuscito a gestire mentalmente il gruppo, rendendo ai suoi le gare casalinghe più uno spauracchio che uno stimolo. Terzo: il suo sostituto Palladini, che ben conosce questo girone e le caratteristiche richieste ai calciatori per affrontarlo, ha il tempo giusto per rendere la squadra più sua in vista del mercato dicembrino. Fondamentale a questo punto la problematica degli under, attualmente male assortiti. Al di là dei dubbi riguardanti i due numeri uno, è inaccettabile che i laterali difensivi abbiano riserve invertite come età (i due ’96 sono un sinistro, Montesi, e un destro, Mapelli, i due ’97 sono un destro, Tagliaferri, e un sinistro, Flavioni). Sui ’95 poi c’è la dicotomia centrocampista-attaccante (Trofo o Perna in mezzo al campo, Sorrentino davanti), per non parlare poi dell’inutilità di tre punte centrali in organico. A questo punto la fase difensiva sicuramente troverà giovamento dai tre centrocampisti, che Palladini schiererà, con le mezzali a supportare meglio gli under laterali, fornendo maggiore equilibrio e compattezza. Come sostiene Cruijff giocare a calcio è semplice, ma giocare un calcio semplice è difficile: dopo le scelte cervellotiche di Beoni al buon Ottavio il compito di riuscirci.
Alessio Perotti