La notizia, di per se, non ha avuto il giusto eco perché, evidentemente, trattasi di argomento ben poco approfondito dai diretti interessati. Le dichiarazioni riportate, di fatti, non corrispondono poi a verità. Procediamo con ordine e facciamo chiarezza.
Caffè Zamberletti, corso Matteotti, Varese. Un tavolo apparecchiato con tre sciarpe del Varese Calcio (Eccellenza) e le targhe con tre nomi: Claudio Benecchi, Domenico Altomonte, Roberto Sorrentino. (da sinistra a destra).
La conferenza stampa è stata indetta per presentare quella che sarà la nuova società dietro alla realtà calcistica lombarda. Trattasi di due imprenditori, fratelli, proprietari del gruppo Gran Risparmio, che sul territorio vanta undici punti vendita. Nessun nome, però, arriva da Domenico Altomonte, portavoce e primo fautore di questa lunga trattativa che, dopo due mesi, ha portato la nuova società nel varesotto.
Un passaggio, della quasi ora di conferenza, colpisce anche la Samb: “Ho costretto, quasi, forzato, questi due fratelli a prendere il Varese Calcio. Stavano per prendere la Sambenedettese. Anzi. Avevano preso la Sambenedettese. E quindi convertirli su un’altra strada, una società di Eccellenza, ce ne è voluto“.
«Forse Fedeli – riporta varesesport.com in una intervista ad Altomonte – non vuol far sapere né dei debiti né delle trattative per vendere il club. Quello che dichiara lui mi interessa poco, può dire quello che vuole, il gruppo che rappresento è solido e sono stufo dell’alone di diffidenza».
Peccato che Fedeli non sappia nulla. Anche nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere Adriatico il massimo dirigente rossoblù ha smentito seccamente ogni trattativa con Altomonte e il gruppo da lui rappresentato: «Non so ho sentito nessuno; queste persone, poi, hanno paventato una situazione debitoria, ma la Samb non ha un euro di debiti».