In «Parola di Ex» abbiamo ascoltato l’attaccante che qualche settimana fa è stato celebrato allo Stadio Dei Marsi con le maglie dei rossoblù e dei biancoverdi…
Partiamo dall'episodio più recente che ti riguarda: la doppia celebrazione con le maglie di Avezzano e Samb durante il match dello Stadio dei Marsi di qualche settimana fa.
Per me è stata veramente una bella sorpresa, perché essere omaggiato con due maglie così importanti mi ha fatto molto piacere. Avezzano è la città dove sono nato, San Benedetto un posto dove tornerei a viverci: sono le due città che mi stanno più a cuore.
Una carriera lunghissima la tua, terminata quasi a 40 anni. Quali le emozioni più belle?
Sono davvero tanti i ricordi. Su tutti sicuramente l'esordio in Serie A con la maglia del Como, ma anche il gol della storica promozione in C1 dell'Avezzano nel 1995/96: far raggiungere alla squadra della mia città un traguardo del genere essendone il capitano è stato fantastico.
Come sono stati invece i due anni in rossoblù tra il 1985 ed il 1987?
Molto intensi. In quegli anni la Samb lottava per ottenere la salvezza in Serie B e per raggiungere l'obiettivo tutti remavano dalla stessa parte: squadra, allenatore, società e pubblico. Nello spogliatoio si era creato un gruppo fantastico. Spesso, riparlando con amici o addetti ai lavori, porto ad esempio quell'ambiente: la forza di una squadra sta soprattutto lì.
Quali sono stati i compagni di squadra con cui hai stretto un rapporto particolare a San Benedetto?
Molti, basti pensare che oggi ancora mi capita di ritrovarmi assieme a Nobile, Ferrari, Ranieri, Cagni e Bronzini. Con Ugo, poi, posso dire che sono cresciuto insieme: nel primo anno a San Benedetto abbiamo anche condiviso lo stesso appartamento prima di mettere su famiglia.
Daniele Bollettini