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Fano, furia Gabellini: «A Roma dettano regole assurde!»


L’Alma Juventus Fano 1906 contesta integralmente la presa di posizione della FIGC la quale, rigettando completamente le proposte elaborate in sede di Assemblea di Lega Pro il 7 maggio che prevedevano la sospensione del campionato in corso, la cristallizzazione della classifica vigente, la promozione delle prime classificate e il blocco delle retrocessioni, ha imposto una linea irragionevole, dispendiosa e priva di quella sportività che sempre dovrebbe guidare le scelte di un Organismo autorevole e deliberante quale è il Consiglio Federale. Queste decisioni sembrano più il frutto di una malcelata reazione ad una presunta “Lesa Maestà” piuttosto che una chiara visione della situazione calcistica professionistica (almeno per la Serie C) in un’arroventata e terribile situazione economica e sociale nazionale.

Il Presidente dell’AJ Fano Claudio Gabellini è intervenuto sulla vicenda dichiarando quanto segue: “Con 11 partite ancora da giocare e con la quali avremmo potuto giocarci la salvezza diretta, ci vediamo costretti a subire una sorta di ricatto che impone le regole: o giochi i playout o retrocessione diretta. Accantonati tutti i problemi, anche quelli più importanti e delicati come la difficoltà oggettiva nell’applicazione dei protocolli sanitari per la ripresa degli allenamenti, più volte sottolineata non solo da noi Presidenti, dagli addetti lavori e dai medici sociali, ma anche dal prof. Castellacci che ha definito in termini chiari ed assoluti l’impraticabilità di tutte le prescrizioni in esso contenute che comporterebbero un esborso di ben 150.000,00 €. Una cifra abnorme per chi, come noi dell’Alma, dovremmo giocare due o addirittura una sola partita, una “soluzione finale” inaccettabile ma che non ci lascia scampo!

Mi meraviglia molto che il Presidente della FIGC Gravina, che è stato alla guida della Serie C – lo stesso che ha voluto la C a 60 squadre – e che conosce benissimo in quali condizioni economiche versiamo un po’ tutti, tra gli introiti miseri dei diritti televisivi, delle sponsorizzazioni sempre più stringate e degli incassi dei botteghini che non riescono nemmeno più a coprire le spese per la “sicurezza”, abbia poi avallato questa scelta.

La mia opinione è stata sempre chiara, in particolare sull’impossibilità nel poter continuare il campionato per causa di forza “straordinariamente maggiore” ed in linea con quanto indicato dall’Assemblea di Lega Pro. Questa decisione ritengo sia una violazione del nostro diritto principale ad effettuare un torneo completo oppure di trovare insieme, ragionevolmente, una situazione conclusiva che salvaguardi gli interessi di tutti i partecipanti.

Il Covid19 è stato qualcosa di inaspettato, un’impossibilità sopravvenuta non imputabile a nessuno, ma, come al solito, a Roma dettano delle regole assurde – tra le quali il veto ai ricorsi alla FIGC ed al CONI – , come dire, hanno preparato e servito la polpetta avvelenata. E’ arrivato il momento di dire basta! Non si può cedere a queste imposizioni! Questo non è calcio, ma solo il terreno di scontro tra poteri forti che vogliono prevalere l’uno sull’altro. E questa è la sportività del sistema??”.


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