Dall’esodo in motorino a Fermo ai risultati ottenuti dalla campagna abbonamenti, passando i successi in campo; la scalata all’Everest, però, è soltanto iniziata…
L'esodo all'alba del campionato, scommettendo su una squadra incognita, i 1300 abbonamenti sottoscritti finora, visto che è stata concessa una proroga fino alla prossima gara casalinga (ad Ancona in LegaPro sono appena arrivati a 1000), i 3000 spettatori della prima al Riviera aperto, la dotazione di biglietti per la trasferta di Pesaro polverizzata: il popolo rossoblu, che domenica scorsa come nelle migliori tradizioni anglosassoni si è unificato all'insegna della maglietta con i colori sociali, è vivo e vegeto più che mai. Nonostante i tanti rospi inghiottiti, nonostante i mancati ripescaggi (ma forse è meglio così, perché se esiste ancora onore a questo mondo, la Samb può tuttora fregiarsi di aver vinto tutti i suoi campionati sul campo), nonostante questa serie D, che non riusciamo a scrollarci di dosso, eccoci ancora lì, “fedeli” alla causa rossoblu. Un termine che si sposa perfettamente con il neopresidente (si direbbe “nomen omen”), in simbiosi con la sua tifoseria, che ha metaforicamente abbracciato scendendo in campo al Riviera prima del fischio d'inizio. Passionali i supporters, passionale il patron, giunto a San Benedetto proprio per il richiamo di una tifoseria impareggiabile, che, come ha giustamente ricordato nel dopogara, società e squadra dovranno mantenersi stretta. I 10 punti conquistati nei primi quattro turni, come lo scorso anno, erano probabilmente impensabili alla vigilia, viste le difficoltà di gestazione e gli ostici impegni affrontati, come le trasferte di Fermo e soprattutto Campobasso, senza peraltro sottovalutare l'entusiasmo del neopromosso Avezzano, oltretutto con l'ostacolo aggiuntivo delle porte chiuse, e del ripescato Castelfidardo. Così come non era affatto pronosticabile afferrare repentinamente la vetta, seppur in coabitazione con una candidata alla promozione come il Fano e la sorprendente matricola Monticelli a sua volta ripescata (in Ascoli evidentemente tira aria buona…). Ma Beoni fa bene a non guardare la classifica, perché in questa fase della stagione ciò che conta di più è la crescita della squadra, come condizione, mentalità e collettivo. Parafrasando il film Everest appena uscito nelle sale, diciamo che la Samb sta attualmente ben allestendo il proprio campo base, ma la vera e propria scalata alla LegaPro deve ancora iniziare.
Alessio Perotti