Le interviste dopo il match del Riviera. Il presidente: «Reginaldo? Sapremo tutto nel giro di un mese». L’ex Alessandro: «Ho festeggiato il gol come segno di rispetto verso i miei tifosi»…
FRANCO FEDELI (presidente Samb): «Non è la prima volta che si soffre. Abbiamo affrontato una squadra ben sistemata in campo che ci ha messo in difficoltà e non poco. Sono sceso negli spogliatoi e nonostante il vantaggio ho visto una Samb timorosa. L'Amiternina ha vinto contro il Matelica, i risultati ci danno ragione, quello che si vede è che non esistono squadre materasso in questo girone, qui tutti lottano a viso aperto. Il rigore l'ho visto male perché il portiere aveva intuito. A fine partita sono entrato nello spogliatoio del Campobasso per far loro i complimenti: è la prima volta che lo faccio, ma penso siano davvero meritati. Per Reginaldo vedremo, sapremo tutto nell'arco di un mese, in ogni caso qui è felice quindi cercheremo una sistemazione per lui e la moglie in zona. A Castelfidardo ci sarò, voglio comprare una fisarmonica».
LEONARDO CASAVECCHIA (difensore Samb): «Quando il mister mi chiama in causa voglio dare il massimo, sempre. Nonostante mezza difesa “nuova” non abbiamo avuto particolari difficoltà perché siamo abituati a giocare insieme. Loro sono molto bravi, ci siamo difesi comunque bene. So come calcia Barone, se non fosse capitato a me sarebbe toccato a qualcun altro».
FABIO PEGORIN (portiere Samb): «Sono riuscito a deviare il calcio di punizione perché ero ben sistemato, ho visto la palla partire. Giocare qui con tutta questa gente sugli spalti è uno stimolo e un momento di crescita importante per me».
JONATHAN ALESSANDRO (attaccante Campobasso): «Ho festeggiato per rispetto ai miei tifosi, non certo per una mancanza nei confronti di quelli della Samb, anche se il mio gol è servito a poco, peccato. È stata una partita abbastanza semplice da preparare perché sapevamo molto bene chi venivamo ad affrontare. Nella mia ultima esperienza in rossoblù sono stato sfortunato, ma porto San Bendetto e la Samb nel cuore, sono cresciuto qui».
Domenico Del Zompo