Piero Di Marcantonio, pilone della Fi.Fa. Security Unione Rugby presenta la sfida contro Chieti, ultimo ostacolo che divide i rossoblù dalla qualificazione alla finale play off per l’accesso in Serie B.
«In Abruzzo, all’andata, ci diedero parecchio filo da torcere. Sono una squadra vecchio stile, molto di mischia e non aprono la palla, molto fisica e tendono a sfiancarti rispetto a noi che ci muoviamo meglio con i trequarti. Domenica giochiamo in casa e dovremo riconfermare quanto fatto di buono in queste due ultime partite».
Di Marcantonio riconosce la serietà della società che nonostante i problemi col Covid ha permesso agli atleti sempre di allenarsi:
«Dopo due anni di stop per il Covid siamo stati una delle poche società che si è sempre allenata mentre altre sono rimaste un po’ indietro. Abbiamo anche provato ad organizzare amichevole con squadre di categoria superiore. Dopo aver seminato tanto è arrivato il momento di raccogliere».
Dal momento del suo arrivo a San Benedetto il pilone rossoblù ammette che c’è stata una grossa crescita:
«Questo è il terzo anno che gioco con l’Unione Rugby ma effettivamente è la prima stagione dopo i problemi avuti con la pandemia. Rispetto a quando sono arrivato ho visto che la mentalità è molto cambiata e poi come preparatore abbiamo Bernard Luzi che è un atleta a tutto tondo e ci sta trasmettendo il suo modo di vivere lo sport, quella voglia di vincere, di avere fame. Insomma la mentalità da atleti. Tutti noi sacrifichiamo qualcosa anche alle nostre famiglie per venire ad allenarci e a giocare».
Di Marcantonio fa un appello a riempire il Mandela per inseguire la finale:
«Abbiamo bisogno di tutto il pubblico di San Benedetto ma anche nostri amici che sono di fuori regione, possano venire al campo a sostenerci perché se credono in noi, credono anche nella società. Nella nostra squadra ci sono ragazzi che arrivano da Teramo, Ascoli e ci siamo resi conto che chi ci guarda dall’esterno ci vede come una società seria».