Dopo una settimana di stop per l’impegno della Nazionale torna il campionato di Serie B di rugby con la Fi.Fa. Security Unione Rugby San Benedetto impegnata, nella seconda gara consecutiva al Mandela, contro Firenze. I ragazzi di Leandro Lobrauco ripartono con la testa della classifica frutto di quattro successi su altrettante gare e con quattro punti di vantaggio sui Lions Alto Lazio.
A presentare questa partita è il capitano Andrea Del Prete, uno dei veterani che ha iniziato la sua ottava stagione in riva all’Adriatico: «Contro Firenze lo scorso anno vincemmo sia all’andata che al ritorno ma è pur sempre una squadra cadetta composta anche da ragazzi che giocano in categoria superiore e sono imprevedibili ma noi siamo molto motivati a continuare a fare ciò che abbiamo fatto fin ora, ossia vincere anche perché giochiamo davanti al nostro pubblico».
Secondo te la pausa è stata positiva o negativa per voi?
«Entrambe le cose: negativa perché quando vinci sempre non vorresti mai fermarti ma allo stesso momento positiva perché abbiamo recuperato qualche infortunato. Sin da questa estate ci siamo allenati moltissimo sia in palestra ma anche su campo e anche in questa pausa abbiamo continuato in questa direzione. Il fatto che la rosa sia rimasta sostanzialmente la stessa ha portato i suoi vantaggi perché ci sono giocatori che giocano insieme da tanti anni e si conoscono quasi a memoria ma non vorrei dimenticare anche il fatto che abbiamo cementato ancora di più il gruppo fatto di persone che vivono anche in città diverse».
Ti aspettavi questo inizio così travolgente?
«Si me lo aspettavo perché ho visto come ci siamo allenati d’estate e soprattutto è cambiato qualcosa mentalmente. Prima in pochi credevano di poter fare bene mentre adesso tutti siamo compatti nel voler salire e lo spirito positivo di sicuro aiuta».
Questo grande sogno potrebbe essere agevolato da un girone sulla carta più semplice?
«Più che semplice lo definirei più fisico e noi che siamo una squadra fisica ci troviamo a nostro agio rispetto allo scorso anno dove era la tecnica a prevalere anche se poi ci sono squadre che noi neanche conosciamo. Quello che ribadisco è che è prevalente la voglia di fare bene».