La Fi.Fa. Security Unione Rugby torna a giocare al ‘Mandela’ e lo farà sfidando gli Highlanders Formigine Rugby. Purtroppo i rossoblù arrivano a questa gara con zero punti in classifica ma soprattutto con la pensante sconfitta patita contro la Florentia per 70-10. La partenza non è stata, quindi, positiva in questa Serie B. Ne è consapevole anche il pilone Piero Di Marcantonio:
«L’inizio non è stato dei migliori anche se le prime due partite (Bologna e Viadana ndr) siamo entrati in campo con un atteggiamento diverso mentre nell’ultima gara non abbiamo giocato al 100% e il gap è diventato veramente grande con l’avversario rispetto alla Serie C. Credo che a livello fisico abbiamo recuperato rispetto all’inizio ma a livello mentale, ossia nella sopportazione della pressione, se non giochiamo bene ci surclassano».
Tu eri presente nella rosa anche lo scorso anno in Serie C, la differenza è così grande?
«Nello spogliatoio ci diciamo giornalmente che lo scorso anno con la grinta riuscivamo a portare a casa le partite nascondendo magari i nostri punti deboli. Quest’anno non basta, dobbiamo essere tutti coesi in campo perché basta che cede uno di noi che gli avversari se ne accorgono e vanno ad attaccarti lì dove sei più debole. Se noi giochiamo come ci dicono i nostri tecnici mettiamo in difficoltà i nostri avversari. In caso contrario gli avversari ne approfittano».
Ora arriva Formigine, forse la prima formazione alla vostra portata.
«A livello mentale siamo più predisposti a questa partita in quanto nelle settimane precedenti abbiamo visto come perdere bene giocando bene e perdere male non giocando affatto. Secondo me è una questione di orgoglio sia livello personale. Con Formigine ci siamo scontrati qualche anno fa quando ci siamo giocati la promozione in Serie B ma nel corso degli anni come siamo evoluti noi, lo avranno fatto anche loro. Formigine è pur sempre una squadra ostica in quanto milita in cadetteria da più di noi e ha più esperienza. Ti ripeto, se noi giochiamo a livello collettivo, abbiamo diverse possibilità di fare bene. Noi abbiamo le nostre carte per vincere e dobbiamo solo saperle giocare».
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