“Una parte attiva del cambiamento”. Queste le parole che Damiano Tommasi, attuale presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, usa per candidarsi ufficialmente alla corsa per la presidenza della FIGC. Un cambiamento necessario anche alla luce delle vicissitudini e delle difficoltà palesate dal calcio italiano, non ultima l’esclusione dai mondiali di Russia, e i tanti problemi a livello economico. L’ex centrocampista di Roma e Queens Park Ranger ha comunicato la decisione agli altri due possibili candidati, Cosimo Sibilia e Gabriele Gravina, attuale presidente della Lega Pro.
«La volontà di essere parte attiva del cambiamento viene da un percorso fatto negli ultimi anni che mi spinge a mettermi a disposizione per un progetto che sia il più possibile di condivisione. Oggi i calciatori vogliono essere quelli che uniscono. In questo momento c’è la necessità di riportare al centro della discussione il progetto sportivo. Manca poco più di una settimana per la presentazione ufficiale della candidatura e del programma ed è per questo che da parte mia c’è la voglia di scriverlo il più possibile insieme. Nelle scorse settimane mi sono confrontato con molti addetti ai lavori ed importante sarà capire le priorità per ciascuna componente. Molto è già stato scritto e alcune idee stanno già prendendo forma; l’auspicio è che si torni a parlare di calcio il più presto possibile sapendo che la volontà comune deve essere una: rilanciare il nostro movimento. Oggi la Figc ha bisogno di unità di intenti. Compito istituzionale è quello di dare una risposta seria, concreta e sufficientemente lungimirante a Italia-Svezia… altrimenti avremmo perso due volte».
Nel piccolo della Serie C, una svolta, si rende necessaria se vanno a ripercorrersi le difficoltà e i paradossi già visti in questa stagione: a partire dal caso Rende, passando per Catanzaro, alle problematiche di Arezzo e Vicenza passando per la radiazione del Modena.