Sembrava sul punto di prendere il largo la Samb, che a Fossombrone è andata per due volte vicina all’ottenere il primo successo esterno di questa stagione 2024/25. Un prendere il largo che non si deve intendere come l’involarsi in classifica, perché anche con un successo i rossoblù sarebbero stati al secondo posto dietro ad un Chieti che è riuscito ad ottenere il terzo successo di fila contro un’altra diretta concorrente come la Vigor Senigallia.
Un prendere il largo che poteva essere il continuare ad alzare i nodi della navigazione dopo il roboante successo col L’Aquila, che aveva restituito entusiasmo dopo una partenza in cui la Genevieve capitanata da Ottavio Palladini (ci piace prendere in prestito la metafora utilizzata dal presidente Vittorio Massi nel corso della presentazione della squadra in piazza Giorgini) aveva faticato ad uscire dal porto nelle prime giornate, con i deludenti pareggi esterni arrivati sui campi di Atletico Ascoli e Notaresco. La stessa fatica che le imbarcazioni della nostra marineria hanno spesso fatto nei periodi in cui a gran voce hanno chiesto il dragaggio dei fondali, costrette a dimenarsi dei veri e propri percorsi ad ostacoli per iniziare la loro navigazione.
Ecco, dopo quelle prestazioni deludenti e dopo la cinquina di una settimana fa al Riviera, il vento sembrava più che buono con le marcature di Guadalupi prima e Baldassi poi, che hanno portato ad un doppio vantaggio che è stato però dilapidato sia con occasioni non concretizzate (quelle di Lonardo ed Eusepi nella ripresa) sia con grossolani errori di una difesa che finora si era distinta in positivo. Questa è la Serie D: un campionato rognoso in cui ci si deve spesso corciare le maniche di fronte ai problemi, anche quelli di rosa perché – come abbiamo già scritto sulle nostre colonne – affrontare un campionato con un solo 2006 (Tataranni) di movimento (Orlandi nel weekend è stato impiegato dalla Juniores quindi ci permettiamo di non considerarlo prontissimo all’uso) è effettivamente un problema a cui Palladini si trova a far fronte.
Il tecnico sambenedettese, però, ha sempre dimostrato di saperli affrontare i problemi che questo campionato riserva; non ultimo, dopo la brutta prova di Notaresco, a cui ha risposto con la personalità che ha permesso di costruire l’exploit col L’Aquila. A fare la differenza, in questa stagione, non saranno soltanto i dribbling di Kerjota, i rigori di Eusepi e le incursioni di Baldassi, ma soprattutto la capacità di saper reagire ai momenti di difficoltà e alle problematiche (più o meno evitabili) che si succederanno da qui ad inizio maggio: in una parola, la resilienza.
TUTTE LE NOTIZIE DELLA GAZZETTA