A freddo si ragiona meglio e si è in grado di stilare dei bilanci più obiettivi e precisi rispetto a quanto si possa fare in presa diretta. Lo sa bene Pietro Fusco, che parlando della scorsa stagione della Samb sottolinea più cosa sia andato nella maniera giusta piuttosto che i vari aspetti negativi (che pure ci sono): «Alla fine nei playoff arrivano le squadre che giocano bene a calcio: l’Imolese sa farlo e così la Feralpisalò in questo momento. Spesso e volentieri, però, i risultati della Samb sono stati sottovalutati, messo a monte che spesso non abbiamo giocato bene: per questo la comunicazione è importante. Se la situazione, in questa stagione, fosse stata un po’ diversa, rischiavamo di fare la fine del Fano. Siamo arrivati con dignità noni, magari non giocando sempre bene e ora ci ritroviamo a parlare di una categoria importante. Abbiamo preso quattro gol a Trieste, meritati, ma se la Triestina se non va in Serie B, ci va molto vicino».
Ma cosa non è andato nei playoff, perché la Samb vista a Bolzano è sembrata quella arrendevole di inizio stagione o comunque lontanissima da quella vista nelle ultime partite?
«Quello della Samb è stato un campionato assurdo: giocare contro le sei più forti in classifica, una dopo l’altra, con turni infrasettimanali… È sfortuna giocare sei partite di quella entità. Di mezzo, tra l’altro, s’è messo pure il problema che nel periodo difficile siamo arrivati con la rosa corta. Siamo arrivati a giocarci i playoff con dieci giocatori in scadenza, sono tanti. Non si arriva in queste condizioni…».