Gabriele Puglia saluta il calcio giocato. Attraverso un post pubblicato sul suo profilo Facebook, l’ex attaccante di Samb, Grottammare e Porto d’Ascoli ha reso nota la decisione di terminare la carriera. Di seguito riportiamo il post, integralmente.
«Ci siamo: dopo alcune settimane per metabolizzare, ho deciso che è arrivato il momento di “appendere le scarpette al chiodo”. Dopo 20 anni di preparazioni, ritiri, allenamenti e partite è arrivato il momento di ritirarmi dal Calcio giocato. Ho dato tutto quello che potevo dare al calcio ed il calcio mi ha dato tanto; mi ha fatto crescere e diventare uomo. Ho avuto grazie ad esso, la possibilità di fare una “bella vita” dedicandomi alla mia passione più grande. Si, perché per me il calcio non è stato solo un lavoro, è stato qualcosa che ho amato e amo.
Questo sport mi ha fatto provare emozioni incredibili che possono essere comprese da chi lo ha praticato: il sabato notte insonne prima delle partite; il malessere fisico durante il riscaldamento; la tensione e l’adrenalina che ti salgono quando l’arbitro fischia il calcio d’inizio; le esultanze per i gol e le vittorie, ma anche il rammarico e le delusioni per gli errori e per le sconfitte; sono tutte emozioni che non dimenticherò mai.
Voglio ringraziare tutte le squadre che mi hanno dato la possibilità di realizzare il mio sogno indossando orgogliosamente le loro maglie. Voglio partire dal Mosciano dove ho mosso i miei primi passi. Il Giulianova con cui ho esordito in Serie C1: giocare tra i professionisti a soli 17 anni è stato un sogno che si è avverato. Poi, sono arrivati i primi campionati in Serie D con il Grottammare e le esperienze ad Ancona e Padova in Serie C1. La “Magica Samb” con i suoi 10000 tifosi che infiammavano il Riviera delle Palme: il boato della curva nord nel 3-3 contro il San cesareo o il rigore contro il Teramo, fino a terminare l’avventura con la vittoria del campionato a Recanati, con i tifosi in visibilio e la tanta sognata promozione in Serie C. Il ritorno a Giulianova in Serie D con il solito stadio Fadini da urlo; le meravigliose annate ad Avezzano con la vittoria del campionato all’ultimo secondo a Vasto e la conquista della Serie D. L’avventura di Paterno con il rammarico di aver perso la promozione, ma con la consolazione della vittoria della Coppa Italia. Poi, la scelta di andare alla Torrese, con cui ho fatto le mie annate migliori, terminate ahimè con il più brutto infortunio per un calciatore: la rottura del crociato.
Ma, dopo tanti sacrifici per riprendermi, sono tornato in campo con il Porto d’Ascoli in Eccellenza con cui ho potuto assaporare l’ennesima vittoria, la conquista della Serie D. In seguito, i play off con il Montorio. Infine, la scelta di tornare a casa, a Mosciano e chiudere la mia carriera dove tutto è iniziato, ma questa volta indossando la fascia da capitano al braccio. La mia ultima stagione è terminata con un “triplete”. Per tutto questo voglio dire grazie a tutti i Presidenti, dirigenti e allenatori che hanno dato fiducia. Un grazie enorme lo devo a tutti i compagni che ho conosciuto e che mi sono rimasti nel cuore.
Un ringraziamento speciale alla mia famiglia, a mio Padre e mia Madre, che mi hanno accompagnato in tutto. Vorrei ringraziare la mia splendida moglie, che mi è stata sempre vicina “nella buona e nella cattiva sorte” che mi ha sempre appoggiata nelle mie scelte ed è stata la mia più grande tifosa. Grazie calcio per tutto quello che mi hai regalato, adesso è il momento di iniziare una nuova avventura insieme sotto altre vesti ma sempre con il sorriso».