La Lega Pro si trova ad un punto di svolta, voluto ed accompagnato dall’attuale presidente Ghirelli dopo aver raccolto le rimostranze delle squadre attive in terza serie. Tanti i punti all’ordine del giorno dell’assemblea tenutasi lunedì al termine della quale, lo stesso Ghirelli, ha spiegato:
«Viene segnato un nuovo percorso che mette al centro la sostenibilità economica e le regole, dobbiamo passare dallo stare insieme ad un progetto unitario, a partire dall’attuale sistema delle liste che impone limitazioni di età e che è stato più volte modificato nel corso degli anni ma non ha portato risultati apprezzabili: né in ordine alla crescita di giovani talenti, né allo sviluppo dei nostri settori giovanili, né alla sostenibilità economico-finanziaria della categoria. Da un lato alcuni club puntano sul quasi esclusivo utilizzo di giovani ‘valorizzati’ in prestito dalle Leghe superiori, e quindi il numero di over deve essere limitato, mentre altri ritengono che la limitazione dell’impiego di calciatori over incida negativamente sulla ‘qualità’ del campionato. Dobbiamo accompagnare i nostri club in un processo che porti alla crescita dei calciatori del proprio settore giovanile e avviare così un processo di patrimonializzazione».
Ricercata e paventata rivoluzione, quindi, per quanto riguarda le liste che le società presenteranno dalle prossime stagioni.
«Ci vuole un atto di coraggio partendo da un presupposto: non deve esserci nessuna limitazione di età ma l’introduzione di una lista con un massimo complessivo di 6 calciatori per ogni club (ai fini del calcolo del minutaggio fanno parte le prestazioni sportive di 4 calciatori per gara), il cui tesseramento sia a titolo di cessione o trasferimento temporaneo da parte di società di A e B una soglia di minutaggio minima e una massima per ogni gara per l’accesso alla contribuzione. Questo cambiamento radicale va incontro alle varie esigenze dei club. Chi investirà nella rosa dei calciatori senza impegnarsi nello sviluppo della mission non avrà diritto alla contribuzione legata al minutaggio, mentre chi investirà sui giovani, facendo giocare i propri, e un numero selezionato di calciatori prestati dalle serie maggiori, si vedrà riconosciuta una contribuzione più consistente».
Una scelta che finalmente mira al vero lancio nel mondo del calcio di giovani rigorosamente nati e cresciuti nel proprio vivaio a discapito di “under” provenienti da squadre di Serie A e B.
«Con questa scelta teniamo unita la Lega Pro con la sua ‘diversità’ che è una peculiarità e una ricchezza. Ci sono squadre che considerano la nostra Lega come un passaggio per la Serie B e altre, che sono lo zoccolo duro, che restano e sviluppano la politica dei giovani puntando su di loro. Anticipiamo le nuove politiche sui prestiti governandone la fuoriuscita. La nostra è una proposta di cultura imprenditoriale e la base di partenza deve tener conto di fattori determinanti quali la riduzione dei costi, l’aumento dei ricavi, la defiscalizzazione, la crescita dei giovani calciatori e la riforma del campionato. Le risorse sono necessarie per realizzare la mission della Lega Pro e poter essere la Lega dei pulmini, della formazione e del territorio a tutti gli effetti. Le società valuteranno in questi mesi eventuali azioni da porre in essere, prima dell’inizio della prossima stagione, qualora le risorse necessarie ad attuare compiutamente la mission giovani non venissero loro riconosciute».