«Quella di San Benedetto è un’esperienza molto intensa, che ricordo con affetto». Tre anni fa lasciava la Samb nelle mani di Franco Fedeli, oggi Gianni Moneti parla così della sua esperienza rossoblù. «Quando sono arrivato a San Benedetto nel 2013 non c’era praticamente più niente – ha detto l’imprenditore viterbese –. Dopo anni in cui si sono vissute grandi emozioni ho lasciato il club nelle mani di una persona corretta, che ha la possibilità di portare sempre più in alto la Samb con una gestione seria: in questo momento storico questa è una cosa fondamentale, basti vedere cosa è successo a piazze anche storiche come Cesena, Avellino e Bari». L’augurio rivolto da Moneti a tutto l’ambiente sambenedettese, poi, non può che essere uno: «A Fedeli, nel giorno in cui firmammo tutto dal notaio, chiesi di portare la Samb in Serie B: questo è l’unico augurio che posso fare a lui e alla città di San Benedetto. Per centrare obiettivi come questo, però, ci vuole anche una buona dose di fortuna, un fattore determinante nel calcio come nella vita». Infine, Moneti tocca un capitolo che è stato sempre una nota dolente per i presidenti che si sono susseguiti nella Riviera delle Palme: i campi di allenamento. «È ora che San Benedetto abbia una piccola cittadella per gli allenamenti, perché per questa città lo sport ha anche una valenza sociale e penso che in questi anni la Samb abbia dimostrato di meritare degli spazi simili».
Daniele Bollettini