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Giuseppe Puddu: «La forza del Centobuchi 1972 è il gruppo»



E’ stato uno dei protagonisti, siglando anche un gol, della vittoria contro la capolista Fermo che ha permesso al Centobuchi 1972 di riagganciare il Santa Caterina e tornare a sperare di conquistare quantomeno un posto nella griglia play out. Giuseppe Puddu centrocampista classe ’92, sardo di nascita ma trapiantato nelle Marche ormai da quattro anni, parla del successo dell’ultimo turno, di come è arrivato al Centobuchi ma anche del prossimo impegno con il Castignano: «La vittoria contro il Fermo è stata importante perché la sconfitta nello scontro diretto col Santa Caterina poteva tagliarci le gambe e questo dimostra che la squadra non ha mai mollato anche in situazioni peggiori. Io sono arrivato a dicembre con soli 7 punti in classifica e la nostra forza è il gruppo perché non ci siamo mai dati per vinti incontrando tante difficoltà ma col la compattezza siamo riusciti sempre a venirne fuori».

Dopo una bella striscia di risultati sono arrivate due sconfitte, cosa è accaduto in quel frangente?

«A livello psicologico, ma anche fisico, abbiamo speso tante energie perché era difficile pensare di non perdere più ed era normale che ci fosse un calo. In quelle gare dove non abbiamo raccolto nulla non abbiamo meritato di uscire dal campo con zero punti. Col Santa Caterina, per esempio, ci siamo presentati molto rimaneggiati con tre squalificati, me compreso, e qualche altro elemento acciaccato».

Come si è sviluppata la tua carriera prima di arrivare al Centobuchi?

«Mi sono trasferito per esigenze lavorative quattro anni fa nelle Marche dalla Sardegna dove ho iniziato a giocare con le giovanili col Cagliari prima di disputare tre campionati di Serie D, quando avevo 16 anni. La mia carriera poi si è sviluppata in Eccellenza e Promozione sempre in Sardegna prima del trasferimento in questa regione dove perlopiù ho giocato in Seconda Categoria.

Questo è il mio secondo campionato di Prima Categoria: sono arrivato a dicembre al Centobuchi dal Rapagnano e non è stata semplice come scelta vista la situazione precaria di classifica. Parlai con Dino Testa e dalle sue prime parole capii che arrivavo in una società seria formata da persone appassionate che non fanno mancare nulla ai calciatori. Io ho giocato in categorie superiori e posso tranquillamente dire che quello che offrono a Centobuchi non si trova da tutte le parti, soprattutto a livello umano. Per questo e’ impossibile non far bene».

La prossima partita affronterete il Castignano, in lotta per un posto play off

«E’ una gara difficile anche perché hanno un allenatore bravo come Padalino che fa giocare bene le sue squadre e poi arrivano da una serie di sconfitte e avranno voglia di rilanciarsi per non perdere il treno play off. Per noi sarà importante l’approccio e, come abbiamo fatto in ogni partita, dare tutto».


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