Hanno scatenato i social, e non è la prima volta le dichiarazioni di Ezio Capuano nel corso della conferenza che aveva preceduto l’ultima sfida casalinga della Samb, quella contro il Vicenza di mercoledì 21 marzo. Parlando in sala stampa, però, l’allenatore rossoblù ha elencato quelli che sono i capisaldi del suo modo di fare calcio: dalla cura maniacale per l’aspetto tattico alla capacità di subire pochi gol delle sue squadre.
«Catenacciaro significa giocare bassi per poi ripartire, fare densità davanti alla propria area di rigore: noi invece l’avversario lo aggrediamo nella propria. Probabilmente le squadre, nella mia carriera, hanno preso pochi gol a prescindere dagli interpreti. Perché si scrive che siamo bravi nelle scalate e nelle preventive? Noi aggrediamo altissimi gli avversari palleggiando sul primo campo per mettere in difficoltà gli altri. Se lavoriamo e siamo bravi a non far girare gli avversari bisogna dire che è una squadra organizzata. Creiamo poche occasioni da gol? Un bravo allenatore è come un bravo cuoco: un cuoco deve esaltare un piatto con quello che ha a disposizione. Una squadra deve adattarsi agli interpreti che ha. Sento parlare di spettacolo: per quello c’è il circo. Il calcio è l’enfatizzazione del risultato: per me una partita è bella quando una squadra sa stare in campo, quando c’è l’esasperazione dell’aspetto tattico senza attanagliare le qualità del singolo. Capuano vuole una squadra pragmatica, razionale ed orientata a raggiungere il risultato. Se mi parlate di aggressività io penso che la Samb sia la squadra più aggressiva d’Italia, siamo delle scrofe assatanate».