Le tante assenze in difesa, un gioco che ancora mostra margini di miglioramento ed i continui cambi nella formazione titolare. Ecco perché la Samb di Loris Beoni non ha ancora messo in mostra tutto il suo potenziale finora…
Spesso si è detto che la squadra rossoblù, che in estate ha iniziato a lavorare in netto ritardo rispetto a tutte le avversarie, debba ancora trovare la sua dimensione, nonostante le ottime potenzialità messe in mostra. Un discorso valido anche alla luce della vittoria ottenuta col Castello, al termine di una settimana fantastica. A dimostrare che ci sono ampi margini di miglioramento diversi fattori, come ad esempio l'incapacità di chiudere le partite (i rossoblù non sono ancora riusciti a vincere con due gol di scarto). Sarà anche per questo che, pur dovendo fare i conti con seri problemi di formazione (under contati con le assenze di Flavioni e Tagliaferri), Beoni ha deciso di cambiare per la terza volta nelle ultime tre partite il suo centravanti titolare: con l'Avezzano era stato Sorrentino, a Campobasso Bonvissuto, ed infine Prandelli. Scelta forse dovuta alla volontà di tenere sulla corda tutti gli elementi a disposizione, ma probabilmente dettata anche dal fatto che nessuno dei tre – ad oggi – sia identificabile come “nove titolare” in questa Samb. Il fatto che molti giocatori debbano ancora trovare la migliore condizione (Bonvissuto su tutti) non fa che rafforzare il concetto che “the best is yet to come”.
Daniele Bollettini