Di rado capita di sentirlo parlare e quando lo fa sa non essere banale come spesso capita con molti altri colleghi. Alessio Di Massimo, che sta vivendo la sua seconda stagione da professionista dopo la brevissima parentesi con Pescara e Juve (Primavera), si racconta. Dal suo arrivo a San Benedetto e le prime difficoltà alla crescita all’ombra di quell’alieno di Mancuso, di cui oggi porta il numero sulle spalle.
TuttoDiMassimo:
«Nel corso del tempo ho preso più consapevolezza e ho conosciuto bene l’ambiente. Ora so cosa vogliono i tifosi e so cosa vuole il presidente… Ho avuto un atteggiamento diverso, più umile. Mi applico in ogni allenamento e voglio sempre migliorare. Io mi sento un attaccante di ruolo: certo, se devo fare un assist, non mi tiro certo indietro, ma quando gioco voglio sempre fare gol. Voglio migliorare lo score della passata stagione, ma prima di tutto conta l’andamento generale della squadra. Con una rosa così ampia ogni minuto in campo è prezioso. Rispetto allo scorso anno credo che questa rosa sia migliorata sia a livello difensivo che offensivo. L’anno scorso c’era Mancuso e ci ha permesso di fare un salto di qualità, quest’anno siamo più squadra. “Leo” mi ha aiutato tantissimo e ho seguito ogni suo allenamento. Ci fermavamo a lavorare insieme dopo le sedute per provare tiri e punizioni e farlo con lui è stato un piacere pure quando stavo in panchina».