Intervista a tutto tondo al centrocampista (che sta per diventare papà), la cui esperienza in rossoblù sembra terminata: «Per me e la Samb percorsi paralleli. Che fatica ambientarsi in Eccellenza»…
Quella che si è appena conclusa è stata un'annata sicuramente positiva oltre che sotto il profilo sportivo anche personale.
Un'annata pazzesca, molto strana dal punto di vista personale: il ripescaggio in Lega Pro col Forlì che poi non si è concretizzato, i ricorsi, il girone d'andata ed il ritorno alla Samb con la cavalcata che ha portato alla promozione. Poi c'è la gravidanza: io e Paola (compagna di Filippo ndr) aspettiamo un maschietto, si chiamerà Alessandro.
Sei stato uno dei simboli della rinascita della Samb. In tre anni hai contribuito a portare questa squadra dall'Eccellenza alla Lega Pro.
Diciamo che ho vissuto un'esperienza parallela alla Samb: ho rinunciato alla Lega Pro per ripartire dall'Eccellenza con questo club. All'inizio non è stato facile calarsi in un una realtà regionale e calcare campetti di provincia dopo aver affrontato avversari come Gasbarroni, ma pian piano siamo riusciti a risalire.
La piazza ti ha sempre apprezzato, anche nel corso della turbolenta stagione 2014/15.
L'affetto dei tifosi nei miei confronti si percepiva e mi ha sempre riempito d'orgoglio. L'anno scorso la stagione è stata giustamente giudicata fallimentare nonostante comunque fossimo arrivati terzi. La nostra era una squadra che si divertiva a giocare a calcio, ma poi alcuni fattori hanno contribuito ad indirizzare la stagione verso una certa direzione.
Cosa hai provato quando a dicembre è arrivata di nuovo la chiamata della Samb?
La speranza c'era anche se non mi sarei mai aspettato che tutto potesse avvenire in modo così rapido. Quando è arrivata la chiamata non ho avuto alcun dubbio sul da farsi: non potevo dire di no alla Samb, così in pochi giorni ho risolto in pochi giorni le piccole problematiche che erano sorte anche a livello famigliare.
Quello che si è visto in questi ultimi mesi è stato un Baldinini completamente diverso rispetto alle prime due stagioni: un giocatore più di sacrificio e meno spettacolare.
Quando si è in una squadra conta l'amalgama ed io ho cercato di fare quello di cui c'era bisogno. Fa sempre piacere mettersi in mostra, magari con qualche gol, ma questo “sacrificio tattico” non mi è pesato, lo rifarei altre cento volte.
Il momento più bello che hai vissuto in rossoblù?
Certamente la vittoria del campionato. Il giorno della partita con la Jesina si percepiva sin dal mattino l'atmosfera di festa che c'era in città. Altro ricordo forte è quello legato al gol che realizzai l'anno scorso nella partita d'andata contro il Campobaso: segnai sotto la Curva Nord e fu davvero emozionante.
Probabile che con quest'anno si sia conclusa la tua avventura con la Samb.
Dispiace tantissimo. In questi tre anni ho rifiutato un paio di volte chiamate dalla Lega Pro per raggiungere un obiettivo con questa maglia, adesso non poter assaporare i prof con la maglia della Samb addosso Lega Pro mi rincresce. Se si andrà verso questa direzione dovrò avere la forza di tirare una riga e magari ripartire con qualche altro progetto.
Quando martedì vi siete salutati con il gruppo dopo il rompete le righe con chi ti sei intrattenuto di più?
Non trovo giusto fare dei nomi perché penso di aver avuto un buon rapporto con tutti. Certo che nel corso dell'anno sei portato a familiarizzare con persone che magari possono avere percorsi simili al tuo anche a livello umano, ma con tutti i compagni di squadra mi sono trovato benissimo.
Daniele Bollettini