Rialzarsi dopo il tragico avvio di campionato sembrava quasi una missione impossibile. Ad aggravare la situazione, già precaria all’arrivo di Roselli, pure una serie di assenze sempre più ingombranti e rilevanti. Nonostante questo, il tecnico, è riuscito ad imprimere alla squadra un importante carattere battagliero con una strizzata d’occhio al lavoro di trincea.
Il primo passo, quello più importante, è stato di blindare la porta, dalla trasferta di Vicenza nelle mani di Pegorin. Il portiere piemontese ha dovuto raccogliere dal fondo del sacco due palloni (Vicenza, appunto, e Virtus Verona). Imbattibilità confermata a Bergamo.
Se il comandamento “Prima non prenderle” è diventato fondamento nella mentalità roselliana della Samb, ora resta il segnare, deficit rimarcato soprattutto dall’assenza di Stanco e da un Russotto al rientro e, di conseguenza, a mezzo servizio. Il peso dell’attacco rossoblù pende sulle spalle di Calderini e Di Massimo che dovranno trovare a breve la miglior amalgama per poter arrivare, almeno fino al recupero dell’ex Modena, a garantire reti pesanti nell’arco dei novanta minuti.
A Bergamo la Samb ha messo un altro tassello verso la sopravvivenza, quella linea di galleggiamento sotto cui non scendere fino al termine del girone di andata, lì dove poi si andranno a tirare le somme di un’annata da raddrizzare. Fino a quel momento, la squadra guidata da Roselli, si gode il quinto risultato utile consecutivo con tre vittorie (Feralpisalò, Virtus Verona e Sudtirol) e due pareggi (Triestina e Albinoleffe).