La Samb del terzo millennio, capitolo 6 | Samb-Ravenna 3-2


La Samb del terzo millennio, capitolo 6 | Samb-Ravenna 3-2

Era l’estate del “popopo”, ovvero la colonna sonora mutuata da Seven Nation Army, che scandì l’apoteosi mondiale dell’Italia di Lippi incoronata a Berlino dopo i rigori finalmente vincenti contro la Francia, quella che riportò a galla la Samb nel campionato di C1 dopo le peripezie e le gesta di Macaluso e compagni nella stagione miracolosamente salvata ai playout sconfiggendo il Lumezzane. Per decidere le sorti della società rossoblù fu indetta l’asta fallimentare, vinta alla seconda convocazione dai fratelli Tormenti di Martinsicuro, che ebbero la meglio sull’ex presidente dorico Deodati, pronto a rilevare il sodalizio alla terza battuta. E il ritorno in sella di una proprietà di fatto locale scatenò l’entusiasmo dei supporters di casa nostra, che bombardarono letteralmente di messaggi di ringraziamento il sito della Navigo.it, l’azienda di proprietà dei Tormenti, già sponsor del Teramo basket in A1.


Non persero tempo i tre fratelli, che alla svelta iscrissero la Samb, ricollocata nel girone B, e a stretto giro ingaggiarono un duo dirigenziale di primissimo piano: Claudio Molinari direttore generale, come nel periodo Gaucci, e Peppino Pavone, uno dei maggiori artefici di Zemanlandia a Foggia, in qualità di direttore sportivo. Per l’allenatore invece non si optò per una scelta di esperienza ma per il giovane Calori, che da calciatore aveva purgato la Juventus nel famoso diluvio del Curi di Perugia nel 2000 e da poco aveva appeso le scarpe al chiodo. Con una rosa nuova di zecca, ma con tanti elementi di belle speranze e sotto certi aspetti simile a quella varata nel 2004/05, il neo-mister non ebbe però lunga durata, venendo esonerato dopo sole cinque partite (e la seconda cinquina consecutiva subita a Salerno), in cui aveva raccolto la miseria di appena un punto in casa col Foggia. Al capezzale della Samb fu richiamata la solita inesauribile risorsa rossoblù, che risponde al nome di Francesco Chimenti, coadiuvato come l’anno prima da Gigi Voltattorni, che sbloccò l’impasse, superando 1-0 il San Marino, che assieme alle due acerrime rivali Giulianova e Teramo sarebbe retrocesso a fine stagione. Il rilancio fu completato con l’arrivo come tecnico dell’ex attaccante romanista Guido Ugolotti, che sapientemente e con modi quasi paterni seppe forgiare una vera squadra, capace di stupire e che senza quella clamorosa partenza ad handicap avrebbe sicuramente tagliato il traguardo dei play-off. Dalla trasferta di Giulianova, vinta 3-0, la Samb si trasformò e vennero fuori i valori dei vari Consigli, Esposito, Zammuto, Landaida, Diagouraga, Loviso, Iovine, Giorgino, Visone e soprattutto del tridente offensivo Carlini-Morante-Desideri. La storia di quest’ultimo, originario di Ripatransone e proveniente dalla Serie D piemontese, professionista per la prima volta a 26 anni, assunse i connotati della favola: partito come oggetto misterioso, divenne protagonista esplodendo con una doppietta nel poker rifilato all’Ancona al termine del girone d’andata, aperto con un’altra doppietta da Morante. Ugolotti saggiamente ripartì da un equilibrato 4-4-2, evoluto nel corso dell’annata in uno spumeggiante 4-2-3-1. Seppe sfoderare acuti spettacolari quella formazione, capace a volte di un calcio champagne anche più ammaliante di quello espresso dalla compagine di Ballardini. E un esempio lampante fu rappresentato dalla sfida della vigilia di Pasqua, il 7 Aprile 2007, al Riviera contro la capolista Ravenna, allenata dal maceratese Dino Pagliari e sospinta dai gol del tandem offensivo Chianese-Succi. Per l’occasione Gianni, presidente rossoblù, Marcello e Franco Tormenti, più che mai apprezzati dalla tifoseria per la competitiva compagine allestita, decisero di indire la giornata rossoblù, premiando nel contempo nel prepartita lo sponsor Globo per il supporto fornito. E il pubblico rispose alla grande con oltre 4000 spettatori in un’assolata giornata primaverile. Ecco il lay-out schierato da Ugolotti nell’occasione: Consigli in porta, dietro da destra a sinistra Tinazzi-Landaida-Zammuto-Varriale, Loviso in cabina di regia affiancato dal “settepolmoni” Iovine e Carlini, quest’anno fresco di promozione in B con la Juve Stabia, Visone e Desideri a supporto di bomber Morante. Scoppiettante la prima frazione con gli ospiti per due volte in vantaggio (Succi e Aloe), ripresi sempre da Desideri con altrettante strabilianti realizzazioni, di cui una di testa, non proprio la sua specialità, che mandarono in solluchero i nostri fans. L’estasi si completò alla mezzora della ripresa quando su assist filtrante di Carlini, Morante, come era solito fare, scattò sul filo del fuorigioco mettendo la firma in calce ad un 3-2 da applausi scroscianti. I romagnoli avrebbero poi comunque vinto il campionato, assieme all’Avellino che la spuntò ai playoff, mentre Morante con i suoi 18 gol, raramente festeggiati in campo (come confermò anche dopo la rete al Ravenna) concluse la classifica marcatori alle spalle del solito Biancolino dell’Avellino e di Chianese, lui che però ciononostante manifestò sempre un atteggiamento triste e malinconico. E quella fu per il centravanti romano l’ultima annata vissuta a suon di gol, smarrendo la vena prolifica già dalla successiva deludente stagione a Verona. Purtroppo nonostante la conferma della società e dell’allenatore e la prima estate senza turbamenti dopo quattro anni, l’improvviso allontanamento di Molinari e Pavone, giudicati responsabili dai Tormenti dell’accordo di Desideri col Bari in B senza alcuna remunerazione per il club, causò l’ennesimo reset della squadra. Di quella brillante e sgargiante rosa non rimase praticamente nessuno e come al solito per la stagione successiva si sarebbe purtroppo ripartiti nuovamente da zero.

Alessio Perotti


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