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La Samb del terzo millennio, capitolo 9 | Recanatese-Samb 1-2

Fonte foto: Facebook


La Samb del terzo millennio, capitolo 9 | Recanatese-Samb 1-2

di Alessio Perotti


La memorabile impresa realizzata da Ottavio Palladini e i suoi nel 2013 con la vittoria del campionato di Serie D contro tutto e tutti ebbe la sua gestazione già nella precedente stagione, quando con una società ridotta dall’abbandono di Sergio Spina e affidata al duo Pignotti-Bartolomei dopo un titubante avvio la Samb fece tremare la battistrada Teramo, inanellando una strepitosa serie di 10 vittorie consecutive e giungendo alla fine solamente un punto al di sotto della formazione di Cappellacci. Pazzi e compagni poi vinsero i play off di girone contro Isernia ed Ancona, superarono il primo turno di quelli nazionali contro l’Este (1-0) per poi fermarsi al Riviera contro il Legnago ai rigori dopo aver chiuso i minuti regolamentari in 8 sull’1-1. Ebbene quell’eliminazione non andò giù a Pignotti e Bartolomei, che per il campionato successivo assieme al direttore sportivo Spadoni vararono una rosa decisamente competitiva. Soprattutto da paura era la batteria offensiva con Napolano, tornato a casa dopo la “fuitina” teramana, capitan Pazzi, il “cavallo di ritorno” Mattia Santoni e il poderoso Shiba. In più c’era un guastatore come Puglia, capace di fornire una marcia in più, entrando a partita in corso. Dietro c’erano pilastri come Marini, Ianni ed Aquino, in mezzo al campo era tornato dopo la disfatta di Lecco il grottammarese Davide Traini, che dispensava muscoli assieme alle geometrie di Scartozzi, alla fantasia di Forgione e all’impeto del giovanissimo Carpani.


E la Samb non deluse le attese con un buon avvio, che la vide proiettata nelle primissime posizioni. Avversarie dichiarate erano Termoli, Astrea ed Ancona, ma dopo una partenza in sordina emerse impetuosamente e sorprendentemente la neopromossa squadra laziale del San Cesareo. Cominciò a vincere a spron battuto a suon di gol la brillante formazione diretta da Ferazzoli, che vantava un attacco da favola con il tridente Delgado-Tajarol-Siclari supportato dal talento di La Rosa. Un saggio delle loro indiscutibili qualità lo offrirono proprio nel big-match del Riviera disputato davanti a 5000 spettatori. Gli ospiti bistrattarono la Samb e gli increduli tifosi fino al 3-0, ma il cuore rossoblù non cessò di battere e si rese autore di un’epica rimonta con il 3-3 finale firmato da Carpani, Djibo e Marini proprio al 90’. Sembrava questo il segno inequivocabile che quello fosse l’anno giusto per tornare tra i professionisti, ma il San Cesareo ricominciò a macinare gioco e punti, riprendendo saldamente il primato. Quando nel turno disputato il giovedì santo la Samb sbancò Civitanova per 2-0, ma contemporaneamente i laziali ebbero la meglio sull’Astrea in trasferta, ormai nessuno credeva più alla promozione. Invece tutto tornò in gioco nella giornata successiva, quando le confortanti notizie provenienti da San Cesareo, dove la Maceratese stava imperversando, rianimarono Pazzi e compagni, che proprio in fase di recupero superarono per 1-0 il Fidene grazie ad un “golazo” di Santoni, portandosi ad una sola lunghezza dalla capolista. Il sorpasso si materializzò alla penultima giornata con un successo (3-2) sull’Isernia e il nulla di fatto dei laziali, apparsi sulle ginocchia, a Civitanova. A quel punto il destino era solo nelle mani di una Samb, che nonostante le disastrate condizioni economiche societarie e la mancanza di stipendi stava lottando veramente col cuore in mano contro un grandissimo avversario ed era ormai ad un passo dall’agognato traguardo. Tra la Samb e il professionismo di mezzo c’era la temibile trasferta a Recanati contro una squadra in disperata lotta per la salvezza. Il Tubaldi ovviamente si tinse di rossoblù in un 5 maggio 2013 piovoso al punto da rendere scivoloso il prato scosceso in cui tanti tifosi erano stati costretti a spostarsi per la penuria di spazio in tribuna (e qualcuno scivolò pure). Questa la “mitica” formazione, impostata col 4-3-3, schierata da Palladini, squalificato in quell’occasione e sostituito in panchina da Voltattorni: Barbetta tra i pali, Camilli-Quondamatteo-Marini-Carminucci da destra a sinistra in difesa, Scartozzi perno di centrocampo affiancato da Traini e Carpani, davanti il tridente Napolano-Pazzi-Forgione. Appaiono stranamente bloccati i rossoblù, che evidentemente risentono della smisurata importanza della posta in palio e stentano a presentarsi dalle parti di Paniccià, anche perché la formazione di Omiccioli è piuttosto rinunciataria a difesa di un pari con cui accederebbe ai play out. Nella tensione generale a fine tempo sbuca però la testa di Carpani, avvezzo al gol, che sblocca l’impasse e permette agli ospiti solo sulla carta, visto che di fatto giocano in casa, di andare all’intervallo con il prezioso vantaggio. Intanto la sfida di San Cesareo è tutt’altro che scontata, perché il Celano, teoricamente privo di stimoli in quanto già matematicamente ai play out, sta comunque rendendo dura la vita a Tajarol e compagni. Il secondo tempo di quel giorno fa storia a sé ed è degno della famosa frase citata in Blade Runner: “Abbiamo visto cose che voi umani…” Succede subito di tutto perché dopo il possibile raddoppio divorato da Napolano l’inzuccata vincente di Rossi, che fa impattare i padroni di casa, abbatte calciatori e tifosi rossoblù. Ma a rincuorarli giunge l’incredibile vantaggio del Celano a San Cesareo, che permette alla Samb di mantenere il primato anche col pareggio. Gli uomini di Palladini sono frastornati e incapaci di costruire gioco, così la sfida si trascina avanti senza emozioni, fin quando non arriva l’aggiornamento del pareggio del San Cesareo. A questo punto tutti sono convinti dell’imminente vittoria laziale e la Samb si catapulta disperatamente all’attacco, per non far svanire nel nulla i tanti sacrifici compiuti nel corso di un’estenuante annata. Gli ultimi dieci minuti si disputano praticamente nell’area leopardiana con gli stessi tifosi a spingere la palla verso la porta difesa dall’ex Paniccià. Clamorosa è la traversa di Pazzi, che però non molla, inducendo furbamente il suo controllore Patrizi ad una trattenuta in area proprio sotto gli occhi del direttore di gara Strippoli all’ultimo minuto di recupero. A questo punto succede l’impensabile: da San Cesareo, dove era presente il difensore rossoblù Ianni, in quanto squalificato, giunge il sorprendente risultato finale di 3-3 e la Samb sarebbe quindi promossa anche con l’1-1. I calciatori della Recanatese, che in caso di sconfitta sarebbero retrocessi, allora implorano in particolare Pazzi di sbagliare il penalty, atto che sarebbe stato antisportivo e per questo passibile di inchiesta da parte dell’ufficio indagini. La tiritera va avanti per parecchi minuti, anche perché qualcuno mette in dubbio che la partita di San Cesareo sia effettivamente terminata, finché il capitano non prende la palla e la sbatte con violenza alle spalle di Paniccià. La corsa sfrenata di Pazzi, ebbro di gioia, sotto il reparto, in cui erano assiepati i nostri fans, è un fotogramma da brividi, che appartiene di diritto alla nostra storia e che come tale, nonostante quanto purtroppo accaduto nelle disgraziate settimane successive, resterà per sempre immortalato nei nostri cuori.


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