La Samb è uscita dal Romeo Menti con le ossa rotte e parecchio ridimensionata nelle sicurezze e, forse, anche nelle ambizioni. Il Vicenza si è rivelato un osso più duro di quello che poteva sembrare dopo il mese orribile di ottobre, la crisi di risultati, il cambio societario ed un allenatore che, almeno fino a ieri, aveva già le valigie pronte. Abbiamo raggiunto telefonicamente l’A.D. rossoblù, Andrea Fedeli che, a mente fredda, ha fatto una breve analisi del match:
«Non solo abbiamo perso. Erano morti e noi li abbiamo letteralmente resuscitati. Ho visto una partita brutta. Mio padre ieri era “molto arrabbiato” (eufemismo necessario, ndr). Io, oggi a mente fredda, lo sono ancora di più. Non ho visto meriti del Vicenza, penso si sia trattato di una partita che abbiamo perso noi. La cosa che più mi ha amareggiato è stat il suicidio di uno dei nostri giocatori di maggior esperienza. Proprio non riesco a capirlo. Voglio dire: comprendo che Tomi abbia subito un fallo cattivo che non è stato sanzionato, ma reagire in maniera così plateale… Doveva evitarlo, doveva sapersi autocontrollare. Anche perché sono convinto che con il giallo, l’arbitro, abbia voluto graziarlo. Solo che poi, in un contesto psicologico come quello di ieri, devi conoscere quelli che possono essere i rischi della compensazione. E lui ha trattenuto la maglia di Comi in area, altra ingenuità. Io non l’ho capito francamente, ma un errore così grave da un giocatore della sua esperienza non me lo sarei aspettato».