L’Angolo del Narrante – La furia dell’acqua

In questo spazio della Gazzetta troverete una nuova rubrica curata in collaborazione con Il Narrante (QUI la pagina Facebook). Uno spazio dove potrete scoprire o approfondire curiosità storiche che appartengono alla città di San Benedetto del Tronto. L’Angolo del Narrante vuole accompagnarvi fuori dal mondo del calcio e dello sport per provare a condurvi, con leggerezza, nel ricco giardino della cultura sambenedettese. Una lente di ingrandimento su personaggi, eventi e luoghi del passato che hanno lasciato un segno nella storia di San Benedetto.

LA FURIA DELL’ACQUA

Tutto l’ascolano, tra il 1960 e il 1990, subisce una profonda trasformazione passando da zona rurale a nucleo industrializzato. In questo clima di crescita, la superficialità nella valutazione del pericolo alluvione porta a trascurare il fiume Tronto sia sotto un punto di vista ecologico che idrogeologico. È così che un venerdì di primavera tutta la vallata del Tronto viene sconvolta dalla furia dell’acqua: è il 10 aprile 1992.

Una data che porta con sé un avvenimento drammatico appartenente alla storia della Città di San Benedetto del Tronto e, in particolare, dei quartieri Sentina, Porto d’Ascoli Centro e Ragnola: in seguito a due intense giornate di copiose piogge, il fiume Tronto fuoriesce dai propri argini e, nel giro di poche ore, si tramuta in un funesto e implacabile mostro d’acqua che arriva ad allagare un abitato di dodicimila persone.

Fabbriche, auto, negozi e abitazioni vengono travolti e inghiottiti dall’acqua. Uno scenario apocalittico che avvolge la tranquilla e popolosa frazione di San Benedetto. Un vero e proprio disastro ambientale che segna un’intera comunità di sambenedettesi: Porto d’Ascoli porta ancora oggi le ferite di quel tragico avvenimento e, dopo 32 anni da quel nefasto 10 aprile 1992, il ricordo di quei drammatici istanti è indelebile nella mente di migliaia di sambenedettesi e, soprattutto, di chi quel giorno ha visto la propria casa, la propria attività o, semplicemente, la propria quotidianità subire la furia dell’acqua.

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