Nel big-match del “Gran Sasso-Italo Acconcia”, meritatamente e ampiamente vinto da una Samb sempre più in fuga si è passati in un brevissimo lasso di tempo dalla faccia bellissima del calcio a quella pessima. Quella da applausi la cornice di pubblico che da ambo le parti ha colorato e animato una sfida attesissima, che in particolare nel primo tempo ha rispettato le aspettative con vibranti capovolgimenti da una parte e dall’altra e appunto il calcio tecnicamente di categoria superiore esibito da entrambe le compagini in una prima frazione equilibrata e che non ha lesinato emozioni. Da presidente vero poi è stato l’abbraccio con cui Vittorio Massi a bordo campo nel prepartita ha salutato uno per uno ciascun calciatore rossoblù, che dopo il riscaldamento rientrava negli spogliatoi.
Ci ha azzeccato nuovamente mister Ottavio Palladini, che ha tolto dalla naftalina Chiatante, abbinandolo al suo “gemello” salentino Orfano lungo quell’out sinistro ospite dove imperversavano alternativamente Banegas e Del Pinto: e proprio Chiatante ha schiodato il match, lanciando i suoi e inferendo una mazzata da cui L’Aquila di fatto non è più ripresa. Il 4-4-2 sistemato dal trainer di casa nostra ha creato una gabbia attorno all’uomo più pericoloso di De Feudis, appunto Banegas, spegnendo in tal modo la principale fonte di gioco e di insidie abruzzese. Impressionante nei primi 45 minuti è stato davvero capitan Eusepi, che ti ritrovavi in ogni posizione del campo, rintuzzando palloni aerei nella propria area e fornendo sempre di testa a Chiatante la palla del vantaggio.
La ripresa poi è stata un vero e proprio “one-team show” con Eusepi e compagni dominatori assoluti dal primo all’ultimissimo minuto. Ha fatto ancora bene Palladini, invocato a gran voce sotto la curva dal pubblico rossoblù a fine partita, quando De Feudis ha tentato il tutto per tutto con il 4-2-4 ad imbavagliare nuovamente i padroni di casa col 3-5-2 subito dopo il terzo gol di Kerjota, complimentato da un raccattapalle aquilano all’uscita dal campo. Con lo stesso 3-0 dell’ultimo successo a L’Aquila in Serie C1 nel 2002/03, la Samb, sempre vittoriosa finora nel 2025, così ha fatto 13 (come si diceva al Totocalcio) in fatto di risultati utili consecutivi e Palladini ha uguagliato il suo record di 10 vittorie di fila (nel 2011-12 sempre in Serie D), stoppando nel contempo la sequenza positiva aquilana, che durava da 10 turni, e l’imbattibilità di De Feudis. Rifilare poi 3 reti (ma potevano anche essere di più) ad una retroguardia, impenetrabile da 7 giornate, è stato un segno manifesto della forza dirompente di una Samb, il cui vantaggio è ora di 12 punti su L’Aquila.
Come a Matelica nel 2015-16, sempre con Palladini in panchina, la Samb vincendo per 3-1 in casa della seconda, ipotecò il campionato di Serie D, così è avvenuto anche quest’oggi, almeno sul campo. Ma appunto mentre quel giorno di febbraio 2016 si concluse con la festosa carovana rossoblù di ritorno, stavolta non è proprio andata così. Perché la dabbenaggine di un inesistente servizio d’ordine, che ha fatto defluire in campo i circa 400 supporters di casa nostra assiepati in tribuna e l’assurda decisione di aprire i cancelli della curva rossoblù, ha indotto una piccola parte dei 600 tifosi di curva a reagire, invadendo il terreno di gioco, agli ultras aquilani, che nel contempo avevano fatto irruzione in campo, dirigendosi verso il fronte opposto. Inevitabile, con l’inspiegabile assenza delle forze dell’ordine, il contatto tra qualche decina di tifosi delle opposte fazioni, che hanno dato vita purtroppo al lato peggiore del calcio.
A Latina nel 2000/01 in un’altra stagione di Serie D vinta dalla Samb dell’allora patron Gaucci, purtroppo assistemmo ad un episodio molto simile al termine anche in quell’occasione di un big-match, conclusosi 3-3. A seguito di quei tafferugli il Riviera fu squalificato per una giornata; vedremo, ora, quali provvedimenti adotterà in settimana il Giudice Sportivo per le due società rossoblù. Non ci sarà quindi assolutamente da abbassare la guardia e continuare a lottare come sempre fatto da questa squadra perché la Serie C, anche dopo il netto successo di oggi, è ancora tutta da conquistare.
Alessio Perotti
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