Un bambino allo stadio, in una giornata caldissima per tifo e temperatura, una larga vittoria ed una grande bandiera: questo il ricordo di Luigi Tommolini, che racconta della sua prima uscita allo stadio Ballarin “armato” di bandierone rossoblù.
«Era il 19 giugno del 1977, ultima giornata del campionato di serie B. Era una giornata caldissima, ed al Ballarin si affrontavano una Samb già salva, guidata in panchina dal duo Tribuiani-Gigi Traini, ed il Lecce. Io avevo nove anni, ed andai allo stadio con mio cugino, ed ero molto emozionato perché per la prima volta portavo con me una bandiera: era un bandierone molto grande, cucito da una cara amica di famiglia, due enormi quadrati (uno rosso è uno blu) ed un’asta di legno molto lunga e pesante. La partita, pur non avendo grande valore essendo già consolidati i verdetti delle squadre, fu comunque molto calda, come sempre accadeva grazie al tifo ruggente del Ballarin. Nella Samb, in quel giorno, debuttarono diversi giovani come Prosperi, Chiericato e Sgolastra, un biondino appena diciottenne, ma nonostante ciò i rossoblu trovarono il vantaggio col solito bomber Chimenti. Io presi a sventolare forte la mia bandiera per esultare, ma il risultato fu colpire in testa un signore sotto di me con l’asta: lui si girò e, tra l’arrabbiato ed il divertito, gridò “Frechì, attento co ‘ssa bandiera!”. La partita proseguì con il pareggio degli ospiti, ma Chimenti era davvero scatenato e mise a segno una tripletta, fornendo poi l’assist per 5l definitivo 4-1. Alla fine, i giocatori e l’allenatore vennero sotto la curva, dove si festeggiava l’arrivo a pari punti con i “cugini” dell’Ascoli, e fu consentita la classica invasione di campo. Una bellissima giornata».
Gian Marco Calvaresi
Fonte foto: Wikipedia