Nel post-Rimini, il patron rossoblù Franco Fedeli [LEGGI QUI], ha spiegato che la mancanza di gioco sia quantomai evidente. Sarebbe bello poter dire il contrario, ma in questo caso il numero uno di Viale dello Sport ha assolutamente ragione.
Ma è giusto anche fare un fact-checking dei motivi alla base.
- La mancanza di tempo. Dall’arrivo di Roselli la Samb ha giocato 14 gare in due mesi e mezzo, 75 giorni per l’esattezza. A conti fatti la media di una partita ogni 5 giorni. Se sembra possibile dare gioco ad una squadra in due mesi, cercando di deviare dalla strada, e dalla filosofia, intrapresa all’inizio (evidentemente quelle sbagliate), arriva di conseguenza il punto due.
- L’inesperienza. Per dare una svolta al campionato rossoblù, con una Samb che annaspava tra le ultime posizioni, servivano supporti d’esperienza. Colonne che in campo avrebbero potuto aiutare a salvare la baracca. Ed ecco il naufragare del decantato “Progetto giovani” inaugurato durante il corso Magi. L’arrivo di Celjak e Caccetta hanno dimostrato che per cercare di risolvere il problema erano necessari in campo, ma soprattutto nello spogliatoio, elementi dotati di pelo sullo stomaco. Non potevano, loro malgrado, i vari Kernezo, Demofonti e difficilmente potranno Brunetti e Panaioli farlo. Non si tratta, nel caso specifico, di abilità personali. La piazza sambenedettese è tosta per chi si chiama Bacinovic o, per scomodare nomi più altisonanti del recente passato, Palladini, figurarsi per ragazzi alla prima esperienza tra i professionisti, catapultati un ambiente a livello agonistico e di tifo, anni luce lontano da quello che hanno vissuto.
- Gli infortuni. L’ultimo in ordine di tempo, quello di Vedran Celjak, è solo l’ennesimo nome tra i tanti che affollano i pomeriggi di medici e fisioterapisti di casa Samb. Il difensore ex Alessandria si ritrova alle prese con un affaticamento al polpaccio frutto della titolarità dettata, ironia della sorte, dal prolungato stop del collega Biondi. Celjak al rientro dopo una manciata di mesi lontano dai campi, paga il tutto, fortunatamente, in misura relativamente leggera. Poi c’è la sfortuna di Davide Di Pasquale. Il giovane abruzzese ha, verosimilmente, visto il suo campionato finire a Verona. Un gran peccato perchè lo stop arriva proprio nel momento in cui stava facendosi largo a suon di prestazioni in netta crescita. Tornerà e lo farà con ancor più decisione. Gabriele Bove: un mistero la fine del giovane regista. Dopo un iniziale reintegro in squadra è stato nuovamente fermato dallo staff e ora il suo rientro, che doveva avvenire tre settimane fa, sarà rinviato al 2019, così come quello di Stanco e Biondi, entrambi alle prese con lesioni muscolari. A questi si aggiunga Russotto, appena tornato dopo una cinquantina di giorni ai margini della rosa.
- La difesa. Roselli, un tecnico con una visione moderna del calcio, ma di stampo vecchio stile, sa bene che nel calcio c’è poco da inventare. L’obiettivo principale di una squadra forte è quello di consolidare la difesa sprangando la porta. Sì, insomma: “Primo, non prenderli”. Questo lavoro ha trovato la punta di diamante, a parte nell’affidabilità di Miceli, Zaffagnini e Celjak anche, e soprattutto, nella personalità dimostrata da Pegorin, chiamato a sostituire Sala in un momento per niente roseo per la Samb.
- L’attacco. Il problema è che con l’assenza di Stanco, un suo sostituto, appurata l’immaturità di Minnozzi per la categoria, manca. E non possono Di Massimo o Calderini farne le veci in tutto e per tutto perchè l’impegno può essere importate e abbondante per tutti, ma le caratteristiche sono diverse. Il ritorno di Russotto permetterà a mister Roselli di studiare nuovi scenari offensivi, ma partendo dal presupposto che un vero centravanti non ci sarà mai finché non tornerà in campo l’ex Modena.
Quindi, tirando le somme, Fedeli non ha affatto ragione. La Samb non ha gioco, ma nella stessa situazione anche il Barcellona avrebbe difficoltà a star sopra la soglia di galleggiamento in classifica. Josep Maria Bartomeu, il patron blaugrana, non criticherebbe tuttavia il gioco di Valverde. Inviterebbe i tifosi a stare vicino alla squadra, non evidenziando pacchianamente fattori di differenza a livello di seggiolini riempiti tra una stagione e l’altra. La Samb paga gli errori commessi nel mercato estivo e ora, la necessità, è quella di riempire le falle. Alcune pezze, con gli allontanamenti a caduta di Magi, Lamazza e degli addetti di mercato, la si è messa. Ora è necessario completare l’opera e, guardando con ottimismo le caute parole di Roselli, guardare al girone di ritorno come ad un altro campionato.