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Matelica-Samb 3-1, IL COMMENTO | Una canzone d’amore da non buttare via


MATELICA-SAMB 3-1, LA CRONACA

MONTERO: «SQUADRA, CITTÀ: GRAZIE A TUTTI»

Scorrono a Macerata i titoli di coda di una stagione iniziata tra sorrisi e grandi prospettive e conclusasi senza società e con immensi timori e preoccupazioni per un futuro ancora tutto da decifrare. Per la quinta volta consecutiva, quindi sempre da quando è tornata in Serie C nel 2016, la Samb chiude il campionato nell’appendice play off, uscendone per la terza volta di fila al primo turno (nei due anni precedenti a Bolzano e Padova, dove era iniziata la scombiccherata gestione Serafino). Stavolta più che mai senza rammarico visto che mister Montero, tornato in sella a febbraio dopo la parentesi di Zironelli, e i suoi, nonostante una società allo sbando e assente già da marzo, il loro dovere, e anche più, lo hanno fatto fino in fondo, ripagando la vicinanza di una tifoseria e di un ambiente, che alla solidarietà morale ed umana hanno accompagnato anche il sostegno economico. In settimana è stato decretato un inevitabile fallimento, vista la perdurante latitanza societaria, anche nei minimi adempimenti, e si è aperta la delicatissima fase di una curatela fallimentare, dove, come nel 2006, quando la Samb riuscì a mantenere la categoria con la medesima procedura (la famiglia Tormenti si aggiudicò l’asta), figura Franco Zazzetta. Speriamo che la sua presenza, oltre che professionalmente ineccepibile e indiscutibile, sia anche di buon auspicio per l’esito di questa soffertissima vicenda, che sta tenendo col fiato sospeso l’intera comunità sambenedettese. D’altronde, come scrisse Enrico Brizzi nel suo “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, San Benedetto è la città dove gioca la Sambenedettese. Ecco allora un connubio inscindibile tra la città e la sua squadra, che si alimenta vicendevolmente e che, parafrasando l’ultimo successo di Vasco, rappresenta una bellissima canzone d’amore da non buttare via. Allora è giusto fare tutto il possibile per mantenere una categoria, in cui la Samb ha trascorso più tempo nella sua gloriosa storia, prossima ad essere centenaria. Grazie a Montero e ai suoi per averci ben rappresentato fino in fondo ed essersi dimostrati nei fatti più sambenedettesi di tanti altri, che lo sono solo a chiacchiere, ed ora affrontiamo con immutata passione e tenacia il prossimo futuro senza mollare mai e, come nel film di Godard, “fino all’ultimo respiro”.

Alessio Perotti


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