Le interviste dopo Samb-Chieti 2-4. In casa rossoblù parla soltanto il copresidente, che a domanda secca rimarca anche che Paolucci non ha presentato le dimissioni. Ma ai giocatori della Samb, per Moneti, “manca l’affetto del pubblico e tutto questo non aiuta”…
Al termine della gara persa contro il Chieti, in sala stampa arrivano il tecnico ospite, Donato Ronci, l'ex rossoblù Antonio Maschio e il presidente Gianni Moneti, portavoce dell'umore dello spogliatoio.
Donato Ronci (allenatore Chieti): Abbiamo iniziato male perché la Samb ci pressava molto alta. Forse il gol ha sbloccato qualcosa e abbiamo giocato decisamente con più scioltezza. La mia raccomandazione prima della gara era di tenere il pallone più a lungo possibile, non gettare via la sfera perché i nostri avversari, col possesso, ci avrebbero messo seriamente in difficoltà. Oggi la Samb ha giocato al di sotto delle abituali prestazioni casalinghe, ma siamo stati bravi a metterli in difficoltà sulle fasce. Personalmente mi dispiace per Paolucci perché le colpe non possono essere solo dell'allenatore, troppo facile accusare il tecnico. Bisogna fare una giusta analisi e condividere le responsabilità.
Antonio Maschio (attaccante Chieti): Capisco in che situazione si trovano adesso i calciatori della Samb, questa è una bellissima piazza e venire qui, per me, è sempre una grande emozione. A volte le pressioni sono tante e si pretende la vittoria ad ogni costo. Quando si gioca così il pallone inizia a scottare e viene a mancare la serenità e il gioco.
Gianni Moneti (co-presidente Samb): Avevamo iniziato bene la gara. Una serie di errori inspiegabili hanno portato a questo epilogo. Si è vista, credo, la peggior Samb degli ultimi anni. Si potrà rimediare nel corso della prossima stagione, ora è difficile: non si può smembrare la squadra, non può giocare la Juniores e non si può rivoluzionare tutto in un paio di giorni. Il prossimo anno faremo tesoro di quanto accaduto in questa stagione e prenderemo i giusti provvedimenti. Paolucci non ha presentato le dimissioni, a noi non è arrivata nessuna comunicazione. Mancano due mesi, ma così è difficile andare avanti. La squadra vorrebbe arrivare fino alla fine, ma tre mesi di contestazione hanno tolto serenità alla rosa. Dobbiamo capire dove si vuole andare. Arriviamo fino alla fine, giochiamoci i play off. I calciatori vivono in un ritiro continuo, lamentano di non poter neanche uscire di casa. Tutto questo aiuta? I ragazzi hanno certamente responsabilità e non si sta giustificando nessuno, ma giocare a calcio in queste condizioni non è assolutamente facile. Ho visto giocatori stanchi di vivere in questa prigione. Quando vincevamo 4 – 0, contro la Jesina, in curva sud li sostenevano nella sconfitta, nella nord dicevano “andate a lavorare”. Ora siamo al degrado: ai nostri manca l'affetto del pubblico, manca l'appoggio.
Domenico Del Zompo