«Il Riviera deserto è la cosa più triste e mortificante degli ultimi anni. Negli ultimi tempi si sta vivendo in un clima surreale: è eclatante il fatto che i tifosi si siano distaccati dalla squadra. Tutto dipende dalle disavventure societarie degli ultimi anni, portando ad un punto di rottura».
Ottavio Palladini, intervistato dal Corriere Adriatico, analizza il momento che sta vivendo la Samb, e quelle che possono essere le prospettive future per i colori rossoblù. La squadra del club presieduto da Roberto Renzi, come è noto, è stata “scaricata” ormai da settimane dalla tifoseria, che in larghissima parte non è più presente alle partite in casa e in trasferta. Tifoseria che, per Palladini, dovrebbe essere coinvolta anche in maniera diretta in un ipotetico nuovo corso societario.
«È venuto il momento di trovare quelle persone locali, come avviene nel Sudtirol, in grado di tirare fuori dei soldi senza farsi male. Andrebbe coinvolta anche la tifoseria, con una sorta di azionariato o con altre iniziative, in un progetto a largo respiro – le parole di Palladini al Corriere Adriatico –. Per avere una società forte ci vogliono più imprenditori locali che possano sposare un progetto a lunga scadenza, con settore giovanile e stadio. Lo ribadisco, con il coinvolgimento della tifoseria. Bisogna ripartire da chi ama la Samb. Massi? Già che si sia fatto avanti dimostra che ha avuto coraggio. Ora bisogna capire che scenario si dipinge per il futuro; c’è il rischio che possano esserci due Samb, non so cosa farà Renzi. La cosa più importante è che chi prenderà la Samb dovrà partire da un presupposto: parlare chiaramente alla città e dire cosa farà».