Il caso Trodica, scuote il calcio dilettantistico marchigiano: la formazione biancoceleste che fa parte della Promozione girone C, quello dove militano anche le picene Monticelli, Atletico Centobuchi, Centobuchi 1972 e Castignano, ha deciso di interrompere gli allenamenti dopo il caso di positività al Covid 19 di un atleta e l’imposizione dell’ASL competente della quarantena di gruppo: «Viste le notizie uscite negli ultimi giorni – scrivono i calciatori- ci teniamo a far sentire la nostra voce. Attualmente la preoccupazione più grande per la Federazione è quella di stilare i calendari, quando il problema è molto più complesso di un campionato di calcio.
Tutti noi dilettanti, giocatori e membri dello staff, facciamo altro nella vita oltre che giocare a calcio: abbiamo tutti una famiglia della quale dobbiamo occuparci e un lavoro che ci permette di farlo.14 giorni di quarantena forzata non sono sostenibili per chi come noi pratica calcio come semplice passione e divertimento.
Ognuno di noi ha perso giorni di lavoro, si è isolato da ogni familiare e da ogni contatto con l’esterno, avendo problemi con i datori di lavoro che giustamente non tollerano che un dipendente non si presenti a lavoro per una o due settimane perché messo in isolamento per colpa di quello che comunque rimane uno sport e un divertimento per tutti noi.
Per questo motivo ci teniamo a dire alla Federazione che con questo sistema, con un protocollo che esiste ma che viene totalmente ignorato, non è possibile continuare a giocare a calcio a questi livelli.
Invitiamo inoltre i nostri colleghi a riflettere sulle loro situazioni e a discutere con le loro società di questo problema, che oggi è in nostro ma domani potrebbe essere anche il loro».