Assurda la regola degli under, ma in casa Samb si sarebbe dovuto imparare di più da esempi come Di Vincenzo e Carpani. Ma il parco giovani a disposizione di Palladini potrebbe non essere così scarso come si vuol pensare…
Partiamo da una curiosita’: le gare disputate in casa dell’Amiternina. E si’, perche’ tutte e tre le partite giocate in terra abruzzese hanno avuto lo stesso andamento: Samb in vantaggio, pari dei giallorossi, quindi ritorno rossoblu e tre punti artigliati. Così fu nel 2012/13 sul neutro di Teramo con il 3-1 ottenuto nel finale con le reti di Traini e Shiba, andamento simile lo scorso anno con il tap-in vincente di Pepe in zona Cesarini, che fissò il risultato sul 2-1, per finire col 3-1 di domenica scorsa, stesso punteggio dell'anno della promozione, magari fosse un segno premonitore… Al di la’ del bel momento che si sta vivendo in casa Samb con le tre vittorie consecutive e il primato consolidato, non si può sorvolare sull'ennesimo episodio, che ha coinvolto un under rossoblu. E addirittura proprio l'ultimo arrivato, Pino, laterale destro classe '96, che dopo il giallo repentinamente rimediato all'esordio col Giulianova, a Scoppito di cartellini ne ha beccati due, finendo sotto la doccia nel finale della prima frazione. Insomma dopo l’altro ‘96 acquistato in corsa, Mapelli, fatto lestamente esordire e altrettanto prontamente bruciato nella disfatta contro il Monticelli, si rischia un clamoroso bis con l'ex Lecce. Si sta affrontando la questione under con troppa ansia e frenesia, mentre la gestione di questi ragazzi va affrontata con calma e pazienza, anche se l'ambiente sambenedettese preme per avere tutto e subito. Si tratta di ragazzi, a cui va concesso il tempo necessario per crescere e diventare giocatori, è impensabile che giovani appena arrivati e gettati nella mischia, come fatto per Mapelli e Pino, possano subito esprimersi positivamente, soprattutto quando manca loro da tempo il ritmo partita. Spesso ci meravigliamo degli under delle altre squadre, ma forse i nostri non sarebbero da meno se caricati di minori responsabilità ed aspettative. Va ribadito che comunque la regola di imporre quattro under in serie D e’ assurda, in quanto troppo penalizzante per gli over, che con la complicita’ della riduzione degli organici professionistici, sono spesso costretti a ripiegare sull’Eccellenza nonché persino controproducente per i ragazzi stessi, pochissimi dei quali dopo il posto garantito per un paio di anni hanno intrapreso una carriera calcistica dignitosa. Se si pensa agli under, che hanno militato in rossoblu, solo Di Vincenzo e Carpani sono entrati stabilmente nel giro professionistico. E proprio loro due sono emblematici del modo con cui vanno preferibilmente scelti gli under, ovvero prenderli dopo che hanno gia’ disputato almeno un campionato da titolare in serie D (vedi Di Vincenzo con la Santegidiese) e quindi siano avvezzi al clima di questo torneo oppure attingerli dal proprio vivaio (vedi Carpani) con il non trascurabile vantaggio di non soffrire problemi di ambientamento. In base a queste prerogative credo che il parco under in mano a Palladini non sia così scarso come lo si vorrebbe dipingere, perché i vari Tagliaferri (ingiustamente messo in croce dopo essere stato abbandonato al suo destino contro Esposito), Montesi, Pino (anche se reduce da una stagione in cui ha giocato poco, due anni fa si e’ messo in luce contribuendo alla promozione del Matera), Trofo e Sorrentino hanno già maturato esperienze di D e lo stesso Cosimi, subissato di reti da Monticelli e Matelica, ma senza specifiche colpe, ha salvato il risultato sullo 0-0 a Campobasso e sull’1-0 contro il Castelfidardo. Mancherebbe qualche giovane locale e ci sarebbe da mangiarsi le dita, vedendo quanto egregiamente si stiano comportando Vallorani a Matelica e Gentile, a proposito del quale si parla di un possibile rientro alla base, con la Folgore Veregra, prossima ospite al Riviera. Qualche applauso di incoraggiamento in piu’ e qualche fischio in meno puo’ sicuramente giovare a questi ragazzi per metterli in condizione di fornire quel potenziale contributo che hanno in dote alla causa rossoblù.
Alessio Perotti