Per antonomasia, ormai, la Coppa Italia è un trofeo di poca importanza, sovrastato dagli impegni (in Serie A) di campionato e coppe europee. Nella scorsa stagione l’exploit del Pordenone, fermato solo ai rigori dall’Inter di Icardi e Spalletti, ha messo la Serie C su un piano diverso, ma per il resto diventa una competizione elitaria che, alla fine, va a premiare le squadre del primo campionato nazionale.
Diverso il discorso per il torneo di terza serie dove la vittoria assume contorni un po’ più rilevanti. La squadra che va a fregiarsi del trofeo, di fatti, ha diritto ad accedere direttamente alla seconda fase dei playoff promozione per la Serie B. Mister Roselli ne sa qualcosa, avendo vinto l’ultima edizione del trofeo prima dell’introduzione della nuova norma, due stagioni fa:
«La Coppa Italia in Serie C è diventata importantissima da tre anni a questa parte. L’idea fu lanciata dal presidente del Cosenza quando abbiamo vinto e, trofeo a parte, non arrivò altro. Ne discussero in consiglio e cambiò il regolamento premiando la vincitrice».
I problemi della Samb, tuttavia, sono diversi così come sono diverse le priorità:
«In questo momento non possiamo permetterci di pensare in grande in Coppa Italia perché abbiamo altri pensieri».
Redazione