D’angelo: «Voglio rimanere a San Benedetto, sento l’affetto dei tifosi tutti i giorni»


Il centrocampista Angelo D’Angelo ha parlato alla stampa: «Se guardiamo il gioco espresso nel girone d’andata potevamo avere tranquillamente tre punti in più. Abbiamo peccato contro le grandi squadre dove abbiamo raccolto poco. Se guardiamo invece all’aspetto della programmazione è chiaro che le altre stanno più avanti di noi che abbiamo avuto dei problemi dei primi mesi visti i tanti volti nuovi e qualche ragazzo che fa ancora fatica a parlare italiano ma questo non deve essere assolutamente un alibi. Comunque sia se vuoi fare un campionato di vertice la mentalità deve essere sempre la stessa sia se giochi contro la prima che contro l’ultima».

Mercato. «Tutti gli allenatori vorrebbero che il mercato finisse subito perché è innegabile che possa dar fastidio non tanto dal punto di vista tecnico ma di gruppo. Noi dobbiamo pensare solo a giocare poi è la società a fare le scelte. Può dar fastidio a quei giocatori che non hanno tanta esperienza alle spalle. Per quanto riguarda me posso dire che io sto benissimo a San Benedetto come la mia famiglia e dal punto di vista personale rifarei la scelta.

E’ chiaro che mi piacerebbe giocare di più ma sono arrivato dopo essermi rotto il braccio e quindi non ho svolto la preparazione e nonostante tutto ho realizzato due gol che sono valsi sei punti. Sono contento della vicinanza sia del presidente che dei vecchi e del nuovo direttore e vogliono che io rimanga qua. Gli apprezzamenti di Caserta mi fanno piacere».

Calcio e covid. «E’ cambiato tutto. Ho visto giocatori cambiare completamente, fare un salto di qualità impressionante perchè viene a mancare l’ansia da prestazione e la pressione del tifo. Tu calciatore devi dare il meglio di te perché al tifoso vuole sempre che la sua squadra vinca. Io vivo 24 ore a San Benedetto e sento l’affetto dei tifosi già quando metto piede fuori dalla porta e il fatto che non possano venire allo stadio è un dispiacere perché fare un gol sotto la curva piena di gente ti fa cucire ancor di più la maglia addosso».


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