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Samb-Avezzano 0-1, IL COMMENTO: Questa è la Serie D

Ha fatto bene mister Pochesci a rievocare Roma-Lecce, il famoso testacoda della stagione 1985/86, in cui i pugliesi retrocessi sbarrarono clamorosamente la strada dello scudetto a Pruzzo e compagni alla penultima giornata, perché tanto è stato oggi in questo mercoledì nero per i nostri colori. I numeri erano diametralmente opposti: prima contro ultima in classifica, migliore contro peggiore attacco, migliore contro peggiore difesa. Poi Samb sempre vittoriosa in casa, per giunta contro top team come Recanatese, Aquila e Roma City, e precedenti in casa contro l’Avezzano tutti vinti.

Invece come spesso accade nei turni infrasettimanali e in partite in cui una squadra ha tutto da perdere e l’altra tutto da guadagnare ecco arrivare risultati imprevisti. Non c’era da fidarsi dei marsicani, che, nonostante le 6 sconfitte rimediate su 7 partite, fuori casa con una vecchia volpe della panchina come Pochesci avevano lanciato segnali di risveglio, sbancando Termoli due turni fa. Ha fatto bene a disegnare un duttile 5-3-2 (schema fastidioso per questa Samb), che dopo il fortunoso vantaggio ha comunque creato altri grattacapi ai padroni di casa, sfiorando il raddoppio sia nel primo che nel secondo tempo.

Non ha invece funzionato il turnover di Palladini, sostituito anche oggi da Mancinelli, alla sua prima battuta d’arresto come titolare della panchina dopo 5 vittorie e 2 pari tra questo e lo scorso anno: Baldassi è stato l’ombra del guizzante esterno ammirato nelle “puntate” precedenti, mentre Moretti è risultato addirittura decisivo in negativo con la spizzata che ha messo fuori causa Orsini. Ha giocato costantemente in avanti la Samb, alla prima sconfitta stagionale (nella passata stagione arrivò alla quattordicesima giornata nello scontro diretto di Campobasso), ma in modo un tantino compassato nella prima frazione e al contrario frenetico e poco lucido, con troppe palle alte scodellate in un’area presidiatissima dagli aitanti ospiti e da un portiere in stato di grazia, in una comunque sfortunata ripresa, in cui almeno il pareggio sarebbe stato sacrosanto.

Se i primi 45 minuti sono stati leziosi, forse ancora con la testa al primato conquistato tre giorni prima a Castelfidardo, nei secondi si è sentita la mancanza di un vero stoccatore d’area, capace di buttarla dentro, approfittando dei molteplici palloni vaganti. Come ben detto da Mancinelli in sala stampa, probabilmente se si fosse giocato per altre due ore la palla non avrebbe mai varcato la fatidica linea bianca ospite. Diciamo che quel pizzico di fortuna avuto dalla propria parte in qualche episodio delle prime 7 sfide (in particolare a Notaresco) stavolta invece ha voltato le spalle in questo davvero inaspettato rovescio.

E domenica al Lancellotta, dove Palladini prese in mano la squadra in Serie D nel 2015/16, imponendosi subito 2-0 e avviando il cammino della promozione, ci sarà da giocare con ancora più rabbia, ma anche raziocinio, per riscattarsi prontamente contro una formazione in grande spolvero, reduce dal clamoroso 4-3 in rimonta di Sora, dal successo nel derby contro il Termoli e dal sorprendente 2-2 di Chieti. Non è comunque successo niente, visto che siamo ancora agli albori della stagione: sono situazioni che possono capitare in un campionato come la Serie D, in cui le insidie, anche quando meno te l’aspetti, non mancano mai, e alla fine meglio che questa lezione sia capitata presto e possa diventare fruttuosa per il futuro: non s’era vinto il campionato a Castelfidardo e non s’è certo perso in questa sciagurata giornata.

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