Samb-Castelfidardo 1-1, IL COMMENTO: E alla fine ci è andata bene

SAMB-CASTELFIDARDO 1-1, LE PAROLE DI PALLADINI
SAMB-CASTELFIDARDO 1-1, L’EDIZIONE DIGITALE DELLA GAZZETTA

Si doveva vincere per riprendere la marcia da rullo compressore sostenuta fino al raid a L’Aquila, è arrivato invece il terzo pari consecutivo, che comunque porta a 16 la sequenza di risultati utili consecutivi (12 successi e 4 pari): non perdendo domenica prossima nella tana dell’Avezzano, contro cui ha subito l’unica sconfitta stagionale, la Samb completerebbe un girone senza perdere. Come era preventivabile è stata tutt’altra partita rispetto a quella dell’andata, che durò solo un tempo, concluso da Eusepi e compagni sul 3-0 (anche se i padroni di casa sfiorarono il vantaggio colpendo un clamoroso palo interno), perché dopo un girone i fidardensi sono una squadra totalmente diversa e assolutamente di categoria ed hanno meritato il primo storico punto conquistato dal Castelfidardo a San Benedetto.

Ed anzi nella ripresa le migliori occasioni (3) per conquistare i 3 punti sono capitate proprio ai biancoverdi, per cui alla fine questo come quello di Roma, dove anche lì si è rischiato seriamente di perdere nel finale, è un pareggio tutt’altro da buttare; anzi possiamo dire che si tratta di due punti guadagnati. Anche perché pur procedendo a lento ritmo la Samb conserva il prezioso vantaggio di 10 lunghezze sula seconda, L’Aquila, anche lei bloccata sul pari due volte consecutive in casa (anche se una settimana a fa a porte chiuse), e di 11 sulla coppia Teramo-Chieti, oggi affrontatisi al Bonolis in uno pirotecnico 3-2 per i teatini di Amaolo. L’esperienza insegna che al ritorno si tratta di un altro campionato e ci sta che le prime della classe possano faticare anche contro squadre di medio-bassa classifica.

Ci sono fasi della stagione, in cui si spinge al massimo e altre in cui con meno brillantezza si tira il fiato e comunque bisogna cercare sempre di trarre il massimo dal campo e quantomeno uscire imbattuti, perché la differenza tra una sconfitta e un pareggio, anche nell’epoca dei tre punti, almeno psicologicamente è enorme. Pur con una rosa profonda poi non è proprio semplicissimo gestire i vari infortuni, che stanno affliggendo la rosa rossoblù, e affidarsi ad alternative, che, pur senza dubbio valide, devono nel contempo accumulare minutaggio per esprimersi al meglio (vedi i vari Paolini, D’Eramo e Sbaffo). Soffermandoci poi su Sbaffo, pur essendo calciatore dalle doti indiscutibili e di un’altra categoria, anche lui, per giunta allenatosi poco in settimana per via dell’infortunio rimediato domenica scorsa, ha bisogno del necessario periodo d’ambientamento e inserimento nell’intelaiatura rossoblù, come è stato necessario allo stesso capitan Eusepi, aspramente criticato per buona parte del girone d’andata e poi divenuto leader e trascinatore indiscusso.

D’altronde anche nel calcio nulla si crea e nulla si distrugge per cui va concesso il tempo necessario per crescere, trasformarsi ed integrarsi. Ricordiamo che anche il Campobasso, che trionfò nell’ultimo campionato, pareggiò tre volte consecutive nel corso del girone di ritorno tra la decima e la dodicesima giornata dopo 5 vittorie di fila, e anche in quel caso non ne approfittarono appieno le inseguitrici, L’Aquila e tantomeno la Samb, che nello stesso periodo racimolò la miseria di 2 punti. Rimbombano intanto anche al piano di sotto le abituali nefandezze societarie in Serie C, dove ci sono 2 club sull’orlo della scomparsa (Taranto e Turris) e un altro, la Lucchese, che sta rischiando un fuggi-fuggi generale: salta all’occhio che queste problematiche coinvolgano spesso i soliti sodalizi, già plurifalliti, come purtroppo avvenuto più volte in passato in casa Samb. Ecco allora che con una società finalmente seria, appassionata ed oculata occorre fin d’ora tracciare una programmazione che sia soprattutto sostenibile, trasparente e chiara negli obiettivi, senza inopportuni svolazzi di fantasia, ma garantendo in particolare alle nuove generazioni sempre più innamorate della Samb di non rivivere gli incubi, che hanno infestato il nostro ambiente negli ultimi 30 anni.

Secondo Pasolini il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo e questo si è visto anche oggi nel tempio del tifo, peccato che mancherà l’apporto di questi straordinari tifosi almeno in 3 delle prossime 5 trasferte (oltre al divieto di Avezzano, sono quasi scontati anche quelli di Ancona e Teramo), ma la squadra dovrà sentirli e vederli sempre sugli spalti i quasi 5000 di oggi, che anche a distanza saranno come presenti al suo fianco, per poi magari festeggiare assieme al ritorno a San Benedetto. È proprio ora di andare oltre quella “balorda nostalgia”, per dirla alla Olly, fresco vincitore sanremese, che ci prende ripensando ai bei tempi andati e che è stata rivissuta nella bellissima serata di “folle amore” a san Valentino: è ora di riprenderci il nostro posto nel panorama calcistico nazionale, è ora di riprenderci il nostro posto nella storia.

Alessio Perotti

TUTTE LE NOTIZIE DELLA GAZZETTA

Commenti