MONTERO: «I RAGAZZI HANNO DIMOSTRATO DI ESSERE UOMINI VERI»
È andato in scena a livello tattico praticamente l’inverso di quanto visto appena quattro giorni fa contro la Triestina, sconfitta anche questo pomeriggio con una clamorosa rimonta in zona Cesarini dal Perugia. Il Cesena fa bottino pieno contro la Samb, come già realizzato da Modena e Matelica, con un assetto tattico identico a quello presentato da Montero, ma più fluido, rapido ed incisivo. Ha provato il trainer uruguagio a ripresentare stessi uomini e stesso layout vincenti contro gli alabardati, ma dopo un avvio promettente sono stati gli ospiti a prendere le giuste misure, ad imporsi a centrocampo con un Di Gennaro stratosferico e a far soffrire i padroni di casa con le sovrapposizioni dei laterali difensivi e la mobilità degli esterni, soprattutto Collocolo a destra, autore del “coast-to-coast” che ha spezzato l’equilibrio. A Biondi e compagni sono mancate la velocità nella circolazione della palla, gestita con troppi ed imprecisi tocchi, e la capacità di creare superiorità numerica. Botta ci ha provato individualmente, predicando però nel deserto, in un contesto statico e prevedibile, contro cui ha avuto gioco facile la salda retroguardia romagnola. Non è servito neanche il doppio cambio in avvio di ripresa, con cui si è alzata la catena di sinistra tramite l’inserimento di Trillò al posto di Goicoechea e si è accentrato Botta al fianco di Lescano, rilevando uno spento Babic con Chacon posizionato da esterno destro. Ha accusato un leggero calo il Cesena solo a metà ripresa, subito sapientemente stoppato da Viali con un triplice cambio, che ha permesso ai suoi di condurre in porto senza patemi il rassicurante doppio vantaggio. Da notare che tra i subentrati c’è stato anche Lorenzo Sorrentino, che per ironia della sorte giusto cinque anni fa, segnando assieme a Titone, regalava il 2-1 sulla Jesina, con cui la Samb di Fedeli brindava al ritorno tra i professionisti. Categoria che ora si cerca strenuamente di difendere per non ripiombare nell’inferno del dilettantismo.
Alessio Perotti