Prendiamo spunto da una battuta di un tifosissimo rossoblù e nostro affezionato lettore, che calorosamente ringraziamo, per fotografare l’attuale momento della compagine di Ottavio Palladini. E sì perché quello che è il titolo di un best-seller di Anthony De Mello, basato su temi sociali e psicologici, peraltro, molto attuali come la consapevolezza e il rapporto tra potenzialità ed aspirazioni per raggiungere uno stato di benessere, calza a pennello con la contingenza di casa nostra.
D’altronde esprime in termini più pittoreschi e simpatici il concetto esternato dall’attuale capitano rossoblù, nonché colonna difensiva, Mattia Gennari, nella sala stampa dello stadio dei Marsi subito dopo il secondo scivolone, sempre per 1-0 e di nuovo contro l’Avezzano, primo in trasferta e del 2025. Cioè, il buon Mattia, un habitué a rappresentare il gruppo quando le cose non vanno per il meglio e quindi ancor più da apprezzare, ha sostanzialmente detto che forse sì erano stati considerati troppo fenomeni fino a L’Aquila, ma non sono neanche quei brocchi che in molti stanno affibbiando loro nell’ultimo mese.
Proprio con un gioco di parole quella che era un’aquila fino appunto al raid aquilano ora non può ritenersi un polletto da spennare da parte di chiunque, come purtroppo ricapitato dal lupo marsicano. La Samb era e resta una signora squadra con ottime individualità per la categoria, un buon collettivo assemblato da un bravo allenatore e per giunta è seguita da uno staff (tecnico, atletico e sanitario) di primo livello. Nel corso di un campionato possono verificarsi purtroppo delle evenienze, vedasi gli infortuni di due leader, anche dal punto di vista caratteriale, come Eusepi e Candellori, una fase di appannamento, che spesso tra l’altro capita alle capolista proprio nel mese di febbraio, quando si rifiata dopo la lunga sgroppata e ci si prepara al rush finale, e magari quegli episodi che fino a un mese fa erano spesso capitalizzati a favore ora invece stanno volgendo contro.
Spulciando poi in due stagioni di Serie D dirette da Ottavio Palladini si notano periodi similari. Nel 2011/12 appena inanellate, come quest’anno, 10 vittorie consecutive alla fine di gennaio (quella volta col 2-1 a Riccione), complici neve e sosta, la Samb, allora seconda, si impantanò tra febbraio e marzo in 5 pareggi di fila, tornando rocambolescamente al successo per 3-2 contro la Santegidiese al Riviera a metà marzo: poi tra aprile e maggio fu protagonista di un impetuoso finale con 4 successi di fila, che la fecero chiudere ad un solo punto dal Teramo promosso. Ma anche nel successivo 2012/13 la Samb fece fatica a reggere il passo del San Cesareo dopo il clamoroso 3-3 (da 0-3) contro i forti laziali arpionato nella bolgia del Riviera a metà gennaio.
Giunsero infatti tra fine gennaio e febbraio due sconfitte esterne contro Renato Curi ed Astrea ed in casa, oltre al perentorio successo contro l’Agnonese, si rimediò un ulteriore pareggio con la Maceratese di un emergente Melchiorri. Poi da marzo, a parte lo sfortunato scivolone di Pesaro, la Samb accelerò fino al trionfo del 5 maggio a Recanati. Ecco, quindi, che nell’ambito della stessa preparazione ci può stare una flessione di questi tempi, per poi concludere la stagione in crescendo. Per questo sarà importante cominciare a recuperare qualche pezzo (intanto Eusepi), mettere nella condizione giusta qualcun altro (Sbaffo e Baldassi), ridare lo smalto migliore a chi ha finora tirato la carretta (Kerjota e Guadalupi), ritrovare la smarrita via del gol e soprattutto compattarsi al massimo sia dentro lo spogliatoio, che fuori con società e quei tifosi, che sono sempre pronti, stucchevoli divieti di trasferta a parte, ad indossare la solita casacca numero 12 e, se dovesse servire, anche la 13.
Alessio Perotti