ZIRONELLI: «NOI MEGLIO NELLA RIPRESA»
SERAFINO: «IO CONTINUO A CREDERCI»
In un certo senso si può dire che la differenza tra Samb e Padova l’ha fatta Ruben Botta. Di solito il fantasista argentino la fa con la sua presenza in campo, stavolta l’ha fatta, suo malgrado, con la sua assenza. E sì perché quel quid in meno che i rossoblù hanno indubbiamente patito nei confronti di un Padova, che senza strafare ha comunque mostrato al Riviera tutto il suo spessore (pur lamentando anche la formazione di Mandorlini alcune pesanti assenze), forse “el diez” sarebbe riuscito a colmarlo, o almeno con la sua fantasia avrebbe prodotto qualche apprensione in più per una non proprio impeccabile retroguardia ospite. In mancanza del suo uomo di maggiore spicco ha scelto il giusto lay-out mister Zironelli con un 3-5-2, in cui ha provato a dare una chance, non propriamente sfruttata da entrambi, sia a Rocchi in mediana sia a Nocciolini in tandem con Lescano. Anche perché la Samb non ha sicuramente sfigurato al cospetto dei quotati biancoscudati, a cui ha concesso molto, forse troppo possesso palla nella prima frazione, ma di fatto una sola occasione da gol, purtroppo per i nostri colori implacabilmente sfruttata. E ha fatto bene anche ad inizio ripresa Zironelli, puntando su Maxi Lopez e virando su un 3-4-1-2 con l’indietreggiamento di Nocciolini in posizione da trequartista. È però durato veramente poco per il repentino riacutizzarsi di un problema muscolare l’impiego dell’argentino, rimpiazzato dal suo connazionale Chacon, collocato nel suo ruolo naturale alle spalle delle punte Lescano e Nocciolini. Avrebbe solo forse potuto osare qualcosa in più il tecnico rossoblù nell’avvicendamento di Trillò, rilevato dal più difensivo Liporace, quando invece Malotti avrebbe potuto offrire maggiore spinta di fronte ad un Padova che nel frattempo aveva rinunciato al 4-3-3 per un più guardingo 4-4-2. Sta di fatto che, pur avendo espresso una volitiva e apprezzabile performance e aver partorito anche un paio di palle-gol, al collettivo di casa sono mancate quelle accelerazioni e ispirazioni, capaci di far veramente traballare le solide e compatte linee tracciate da mister Mandorlini.