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Samb-Pirozzi, non metteteci di mezzo il terremoto

È ormai un caso di dominio nazionale quello della Samb e di Sergio Pirozzi. Il “rifiuto” della piazza rossoblù, di fronte alla scelta della società di affidare all’ex allenatore del Trastevere la panchina della prima squadra ha destato l’interesse, il parere e anche le critiche da diverse parti, come da Amatrice, città di cui – come è noto – lo stesso Pirozzi è stato sindaco nel drammatico periodo del terremoto del 2016.

Venerdì, il presidente dell’ASD Amatrice (società militante nel campionato laziale di Promozione) Tito Capriccioli ha definitivo “Lo striscione di San Benedetto del Tronto offensivo verso Pirozzi e il popolo amatriciano”. Il riferimento è allo striscione che è stato esposto in zona porto a firma della Curva Nord Massimo Cioffi nella serata tra giovedì e venerdì, a poche ore dalla nomina di Pirozzi come allenatore della Samb. Quella dei tifosi della Samb è stata indubbiamente una forzatura che può essere sicuramente criticata ma, prima di sentenziare al riguardo, sarebbe bene capire il contesto in cui questa forzatura è maturata.

Un contesto che vede una società, e più in generale un ambiente sportivo, irritato per una situazione che, a partire dalla mancata iscrizione alla Serie C e passando per lo sciagurato andamento in campionato, ha perso entusiasmo e fiducia nei confronti di una società rea anche di aver tenuto atteggiamenti fuori luogo come i lunghi silenzi o le “sparate” ad effetto dopo la prima vittoria in campionato. Che colpe ha Pirozzi per tutto questo? Nessuna. L’ex allenatore del Trastevere è una vittima in questo scenario, ma lo è non solo per la dura presa di posizione della tifoseria sambenedettese, ma pure per i limiti di una dirigenza che – anche attraverso la decisione di “congelare” il tecnico a poche ore dall’averlo annunciato – ha manifestato ancora una volta le sue lacune sul piano gestionale, oltre ad una mancanza totale di tatto nei confronti della piazza.

All’interno di un quadro simile, la frustrazione dei tifosi sambenedettesi nel vedere la propria – già martoriata – squadra affidata ad allenatore che, soltanto pochi anni fa, era sugli spalti del Del Duca con sciarpa bianconera al collo e megafono, forse può essere vista in maniera diversa. E nulla a che vedere, questo, con il terremoto. Anzi, così come lo hanno fatto i tifosi ascolani anche i tifosi della Samb – sin dai primi giorni del post-sisma – hanno dimostrato la loro solidarietà con atti concreti. Che si faccia passare il rifiuto di Pirozzi per campanilismo, che lo si critichi per pure questo, ma che non ci si metta di mezzo il terremoto.

Daniele Bollettini

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