Diciamo la verità: non se ne poteva più di star senza calcio giocato e non si poteva iniziare meglio se non con una gara dall’alto contenuto emotivo come Samb-Teramo. La Curva Nord è gremita, abbondante è anche la partecipazione abruzzese. Parte subito forte, ma ordinata, la formazione di casa. Nel primo quarto d’ora la coreografia la danzano Calderini e Di Massimo che sono impegnati a non dare riferimenti alla retroguardia ospite. Poche sono le emozioni in campo nella prima parte della prima frazione. Gli abruzzesi si limitano a fare da spettatori e alla conclusione arrivano intorno al 20’ con Celli che riesce, sotto il settore di casa, a coordinarsi dal limite con la palla sbatte contro le gambe di Miceli. I moduli speculari schierati da Roselli e Maurizi, ognuno con la propria filosofia, si annullano lasciando il guizzo ai singoli, più che al gioco corale. Ad eccezione del minuto 26’ quando sulla catena mancina Signori, Cecchini, Caccetta e Calderini si accompagnano da una parte all’altra del campo, senza tuttavia trovare fortuna dalle parti di Lewandowski. Il Diavolo prova a scaldare le mani di Pegorin verso la mezz’ora, sugli sviluppi di un corner, ma la combinazione tra De Grazia e Proietti si spegne malamente sul fondo. Al 31’ sfiora il vantaggio la Samb. Rocchi raccoglie un rimpallo fuori area, Caccetta riceve e di prima butta in area quando, a seguito di un piazzato, stavano uscendo le due formazioni. Tutti in fuorigioco i rossoblù ad eccezione di Calderini che si stacca e stoppa presentandosi davanti a Lewandowski, bravissimo a non farsi beffare dal colpo sotto del codino rossoblù.