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Samb-Termoli 0-1, IL COMMENTO: Emozione uniCa

SAMB-TERMOLI 0-1, LA CRONACA
PALLADINI: «FUTURO? LA PROSSIMA
SETTIMANA PARLERÒ CON LA SOCIETÀ»

All’andata lanciò uno di quei segnali inequivocabili che questa fosse l’annata giusta: il “golazo” di Zini al 91°, che portò alla quarta vittoria consecutiva contro un rabberciato ma mai domo Termoli è stato uno dei tanti episodi ben capitalizzati propri di una vera capolista, abile a sfruttare anche i minimi  refoli di vento a favore, come il penalty di Eusepi in zona Cesarini per l’1-1 della partitaccia di Notaresco, il rigore parato da Semprini nel vitale raid di Sora, l’immediato 2-1 di Kerjota a Civitanova dopo il momentaneo pari locale. Inseriti nel contesto di una squadra, finora superata realmente solo dall’Avezzano (assolutamente ininfluente la sconfitta odierna, tra l’altro arrivata come le altre di campionato e coppa sempre in turno infrasettimanale), costantemente solida, equilibrata e pronta a colpire al momento giusto, capace di stare sempre lì, lì nel mezzo come scandisce Ligabue e di gestire le partite (uniche eccezioni a Fossombrone ed Ancona), hanno permesso ad Eusepi e compagni, in testa dalla sesta giornata, di prendere man mano il largo e non avere praticamente avversari.

Ci ha provato il plotone abruzzese ad impensierirla, ma Chieti, L’Aquila e buon ultimo Teramo sono stati costretti ad arrendersi ad un’evidente superiorità e soprattutto costanza di rendimento, perdendo tutte e tre negli scontri diretti del girone di ritorno. È durato un tantino di più quello decisivo coi biancorossi per un ricorso, che si respingeva da solo, costringendo però i tifosi rossoblù ad attendere una sorta di VAR prolungato (così l’aveva ironicamente definito nel post-partita il patron teramano Di Antonio) prima di esultare definitivamente per la meritatissima aritmetica promozione. Quella che ha regalato, per dirla alla Battisti, “tu chiamale se vuoi emozioni” comunque già dal triplice fischio finale di Giordani al Bonolis: mai lo slogan della campagna abbonamenti fu più azzeccato con quell’ “Emozione unica”, mutuata dal coro “Quella maglia magica, emozione unica” ed oggi immortalata nella t-shirt celebrativa ovviamente con la Serie C maiuscola. Ricordo, come fosse ora, le lacrime versate da Ottavio Palladini giocatore in campo, consolato dal suo “papà calcistico” Rumignani il 7 giugno (un altro 7 giugno… data infausta per i nostri colori) 2009 al Rigamonti-Ceppi di Lecco dopo la sconfitta ai play out e conseguente retrocessione in Lega Pro Seconda Divisione, poi tramutatasi in fallimento e ripartenza dall’Eccellenza, di fronte ad una gremita curva rossoblù, impietrita ed ammutolita per tanti infiniti minuti.

Quelle lacrime hanno reso fertile il terreno per far nascere l’allenatore più vincente del calcio sambenedettese e per spargere altre lacrime, ma stavolta di commozione e gioia: quelle viste allo stadio a Teramo, davanti al maxischermo, nei punti di ritrovo e nella festa finale in piazza Giorgini al ritorno della squadra. Quante volte avevamo sognato le scene ammirate all’arrivo dell’autobus, che riportava a casa la comitiva rossoblù, dopo averne passate tante, sicuramente troppe, interpretando perfettamente il “Don’t let the sun go down on me” di Elton John. Quanto è stato bello, al nostro tardivo rientro da Teramo, vedere ancora intere famiglie vestite di rossoblù con tanto di bandiere per strada e quanto è bello ora vedere un dilagante sacrosanto entusiasmo e San Benedetto e dintorni imbandierarsi sempre più. Il giusto premio per una squadra che resterà scolpita nella storia e allora chiudiamo la nostra colonna sonora con l’attuale hit “Meravigliosa” di Guè e Stadio, perché così sei stata Samb quest’anno: semplicemente meravigliosa!

Alessio Perotti

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