SAMB, LE PAROLE DI MAX FANESI
SAMB, BASTA UN PUNTO PER I PLAY OFF
Quando alla tredicesima giornata, con in panchina proprio il vice Marco Mancinelli a cui è stata consegnata la gestione della coda di questo campionato dopo l’esonero bis di Maurizio Lauro, la Samb batteva L’Aquila, portandosi a +5 sul Campobasso e addirittura +8 sugli abruzzesi, un po’ tutti ci abbiamo creduto: che la rinascita rossoblù avvenuta proprio nella ricorrenza del centenario potesse essere coronata dall’agognato ritorno nel professionismo. Purtroppo, però i campionati non si vincono a novembre, ma di norma tra marzo e aprile, e in realtà non c’è stato nemmeno bisogno di aspettare tanto perché già a dicembre quell’illusione collettiva appariva seriamente compromessa.
Proprio l’apoteosi celava i segni di una crisi imminente, iniziata con lo scontro diretto nella trasferta molisana, costata la prima sconfitta stagionale, ed esplosa con la debacle casalinga contro la Vigor Senigallia (in mezzo due pari, di cui il primo equivalente ad una battuta d’arresto, contro l’Atletico Ascoli e l’altro sul terreno del Roma City). Certo in tutte queste partite si sono verificate costantemente sviste arbitrali penalizzanti per la Samb e un pizzico di sfortuna c’è pure stato, ma i 2 miseri punti raccolti in quel ciclo di 4 gare a fine 2023 rappresentava un campanello d’allarme, in realtà non del tutto inatteso.
E sì perché pur essendo la Samb stata in testa per metà girone d’andata, le prestazioni raramente erano state davvero convincenti, ad esempio quando in occasione del successo sul Riccione proprio la nostra testata sollevò grosse perplessità sulla reale caratura della formazione di Lauro. E in effetti qualche magagna di calciomercato era già venuta fuori con 2 top player, Alessandro e Paolini, che vuoi per motivi atletici che psicologici, non avevano fornito il contributo sperato. E non certo per caso, visto che Alessandro nel presunto 4-3-3 di inizio anno, poi in realtà tramutatosi per necessità in 4-2-4, avrebbe dovuto ricoprire un ruolo di esterno, per cui non era assolutamente adatto, e poi il sambenedettese Paolini proveniva da una prolungata assenza, che non dava certo garanzie sul suo effettivo impiego.
Ulteriore passo falso poi è stato il mancato esonero di Lauro al momento giusto, quando la lunga pausa tra i due gironi permetteva di ridisegnare la squadra, affidandola ad un nuovo trainer. Complice anche un calciomercato che è stato tutto fuorché di riparazione, con la reiterazione dell’errore di acquistare calciatori da tempo lontani dal terreno di gioco come Bontà e Fabbrini, più una scommessa come Tourè e un Senigagliesi anche lui in precarie condizioni fisiche (insomma, forse eccetto quest’ultimo, nessun giocatore in grado di fornire subito un efficace contributo), la Samb nel girone di ritorno ha retto per una manciata di partite, sfoderando prestazioni da applausi solo contro Sora ed Avezzano.
Le reazioni a storture e scricchiolii vari, man mano sempre più evidenti, sono state tardive o persino grottesche come l’immediato ripristino di Lauro e il successivo repentino nuovo esonero (emulando così la doppia uscita di scena di Alfonsi nella scorsa stagione). Errori, che hanno allontanato la Samb dal vertice, ma che per una società nuova, catapultata da un quartiere ad una realtà ben più impegnativa, e che si sta tuttora organizzando ci possono anche stare. Vista l’esperienza maturata in questa categoria ci si aspettava invece sicuramente di più dal diesse De Angelis, che probabilmente, sentendosi molto responsabilizzato, ha preferito affidarsi a gente che ben conosceva, da cui poi però non ha ricevuto quanto atteso.
Paradossalmente si può dire che le repentine crisi hanno giovato sia al Campobasso che a L’Aquila, capaci di dare subito una sterzata alla loro stagione, cambiando guida tecnica ed attingendo massicciamente e proficuamente dal mercato, mentre la Samb si è specchiata troppo, crogiolandosi sulla sua duratura imbattibilità, e quando sono giunte le prime sberle, si è fatta prendere da una sorta di attacco di panico, che le ha fatto smarrire lucidità e convinzione. Insomma, un’illusione costata veramente cara, ma che servirà per ripartire con maggiore maturità e consapevolezza, correggendo i difetti di quest’anno e sfruttando il tempo a disposizione, per definire innanzitutto quello staff dirigenziale, che dovrà programmare e gestire la prossima stagione, quando di alibi sicuramente ce ne saranno molti di meno.
Alessio Perotti
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