Durante la campagna di pesca in cui i nostri marinai dovevano rimanere per una lunga permanenza in mare solevano “imbarcarsi” con un’incetta di vettovaglie varie. Al posto del vino, tassativamente proibito a bordo delle paranze, c’era la masa, composta di un terzo d’aceto e due terzi d’acqua. Data l’enorme mole di lavoro e l’attenzione da porre ad ogni manovra in mare, si stabilì che non ci fossero tassi alcolemici euforici tali da compromettere l’attività intensa e mai grossolana degli uomini del mare così ardimentosi e audaci. Ma tutto ciò veniva capovolto quando si riapprodava sulla terraferma, concedendosi serate e simposi celeberrimi: si assisteva a delle “baruffe verbali” e non solo, causate dall’indole tracotante che gravita negli ambienti d’impronta marinaresca. Forse anche per questo si è soliti affibbiare alla figura del marittimo la tendenziosa caratterialità rude e dai modi, a volte, coercitivi.
si ringrazia Francesco Casagrande
Fonte foto: http://www.museodelmaresbt.it/Engine/RAServeFile.php/f//UNIVERSO_MASCHILE.pdf