Non solo la campagna abbonamenti (QUI i dettagli). La serata di lunedì (31 luglio, ndr) è stata molto importante per la San Benedetto Calcio e per l’intera comunità sportiva sambenedettese, come testimoniato dalle presenze all’interno dell’auditorium comunale G. Tebaldini. Oltre al presidente Vittorio Massi, infatti, erano presenti Luigi Rapullino, a rappresentare il main sponsor Sideralba, Gianluca Bartolomei, a testimoniare il sostegno di Claudio Bartolomei della Regenyal Laboratories, e soprattutto il sindaco di San Benedetto del Tronto, Antonio Spazzafumo. Il primo cittadino è stato il primo ad intervenire in sala, spiegando un po’ quello che è accaduto negli ultimi mesi. Un lungo discorso che riportiamo nella maniera più dettagliata possibile qui di seguito.
GLI ULTIMI CONTATTI CON RENZI
«Con la Samb avevamo dei problemi, anche abbastanza gravi, questo è sotto gli occhi di tutti. Con Renzi c’è stata una telefonata fatta un mese e mezzo prima della scadenza che ci eravamo prefissati; dopo aver fissato quella dead line non è successo nulla, così da quel momento è iniziata un’attività di scouting per un progetto diverso da quello della Sambenedettese. Tutti sanno quelle che sono le dinamiche che riguardavano la società di Renzi. Le scelte sono quelle di trovare un percorso alternativo all’incaglio in cui siamo trovati. La Samb si è fermata, di conseguenza noi possiamo restare a guardare: dobbiamo rinascere perché la società sportiva di San Benedetto ha portato a creare dei valori che negli ultimi mesi erano spariti, lo si vedeva anche per le presenze allo stadio. Era scemata l’appartenenza».
IL PROGETTO DI MASSI
«In questi mesi sono stato spesso in silenzio ma ciò non vuol dire che non ci siamo impegnati. Sono stati fatti diversi incontri, sono state affrontate discussioni con persone che potessero darci dei consigli e così, oggi, ci troviamo oggi a portare avanti questo percorso, grazie soprattutto alla volontà di Vittorio Massi, di farsi carico di questa esperienza, e anche di Luigi Rapullino, che insieme a Vittorio ha iniziato a parlare di questa nuova San Benedetto. Quando ci siamo mossi avevamo poco tempo davanti ma nel corso dei nostri incontri abbiamo posto dei punti focali per cercare di ripartire in maniera rapida e decisa. Grazie a Luigi e ad altri sponsor (e altri ne arriveranno) questa società sta prendendo corpo con una visione robusta. Quello che ho chiesto a Massi è programmazione, la stessa cosa che chiesi a Renzi quasi due anni fa. A Renzi chiesi se il suo programma fosse a breve o lunga scadenza, dicendo che la città era stanca di vedere programmi a 1-2 anni per poi trovarsi in estate a vivere problemi gravi. Per me, ad esempio, il settore giovanile è uno degli aspetti principali che riguardano lo sviluppo di una società sportiva».
“RICOMINCIAMO DA NOI”
«Questo percorso serve per ricominciare a parlare di qualcosa di nuovo, che parte da San Benedetto grazie a gente che vive a San Benedetto e che ha voglia di fare le cose per bene. Per fare questo ci vuole un coraggio enorme perché non è facile farsi carico di un fardello così pesante. Questo coraggio, però, deve essere supportato da tutti se vogliamo iniziare a vedere una prospettiva di ampio respiro. Quando si diceva “ricominciamo da noi” si intendeva proprio questo, e in questo “noi” intendo includere anche Luigi Rapullino perché penso che ormai lui faccia parte della nostra comunità. Io sono soddisfatto perché se riusciamo a completare l’opera, ora non posso dire come, sicuramente potremo parlare di qualcosa di diverso. Il percorso che è stato intrapreso però è già qualcosa di concreto, robusto, con una società che ha radici anche nel settore giovanile, andando a scovare quei ragazzi capaci, bravi che all’interno del nostro territorio ci sono e che troppo spesso sono stati costretti a crescere altrove».
PROGRAMMAZIONE E PARTECIPAZIONE
«Ci sono tutte le carte in regola per fare una bella programmazione. Non vogliamo più parlare di un campionato che finisce senza poi sapere cosa succede nell’estate successiva. La società deve essere sempre pronta ad alzare l’asticella e a sapersi autogestire: questo è il messaggio che ho lasciato a Vittorio, che si è adoperato e mi sembra che si stia muovendo molto bene. L’invito è quello di tornare ad essere partecipi: magari è un segno del destino che dopo cento anni di storia questa società debba rinascere e chissà che i prossimi anni non possano essere anni in cui potremo tornare ad essere orgogliosi della nostra società, tornando a guardare il calcio in maniera diversa, senza pensare alle disgrazie che ci capitano. Per scherzare concludo dicendo che nei giorni scorsi, quando mi sono incontrato col sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, gli ho detto “stiamo tornando, Marco”».
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