San Benedetto e la Samb meritano un grande futuro

Se da un punto di vista calcistico il 2024 si sta rivelando una sorta di “annus horribilis” per la nostra regione con le “defaillance” di Ascoli, Ancona, Fermana, Recanatese e Fano e la delusione per il mancato ritorno nel professionismo della Samb, estendendo invece lo sguardo ad altre discipline sportive il bilancio muta radicalmente: l’ormai solito exploit di Tamberi nel salto in alto, la storica promozione di Grottazzolina nella SuperLega di volley, le consuete stoccate vincenti nella scherma, nonché le soddisfazioni del coach di Sinner, Simone Vagnozzi, che al Maggioni ha anche un’accademia per promettenti tennisti. E proprio lo sport potrebbe rivelarsi un volano capace di far splendere San Benedetto nel panorama nazionale e anche oltre, affiancandosi ad attività storiche come pesca e turismo.

La nostra è una città che assieme alle aree limitrofe e collinari, capaci di attirare sempre più investitori internazionali nel settore immobiliare, ha tutte le qualità per svilupparsi in tal senso: dalla conformazione territoriale alla vivibilità, dalla logistica alle bellezze naturali. Già si svolgono appuntamenti classici che si ripetono da anni quali la Tirreno-Adriatico, incontri internazionali di rugby, campionati di pattinaggio e di ginnastica, gare di maratona e triathlon, regate veliche, quest’anno anche le fasi finali dei campionati di calcio Under 17 maschili e femminili, sperando che dal 2025 possa essere di nuovo ospitato il torneo di tennis ATP Challenger, che era divenuto uno dei fiori all’occhiello della stagione estiva, ma ci sono tutte le premesse per avanzare ulteriori proposte e innervare ancor più l’attitudine sportiva nel nostro territorio.

Per questo l’attenzione va focalizzata sull’impiantistica sportiva, che richiede la necessaria manutenzione (vedasi piscina all’aperto, per cui recentemente sono stati individuati i fondi richiesti, il palazzetto o lo stesso circolo Maggioni), una ristrutturazione e valorizzazione, come nel caso dello stadio, per il quale dopo 40 anni è legittimo proporre nuove idee a seguito di inevitabili rinnovate esigenze, e progetti per nuove o riqualificate aree, come quelle della zona Brancadoro e del Ciarrocchi. Oltre ai valori intrinseci della cultura sportiva, come benessere psico-fisico, sviluppo del carattere e della personalità, socializzazione e partecipazione, i criteri di progettazione dell’impiantistica sono sempre più basati su accessibilità, inclusività, ecosostenibilità e diffusione di aree verdi, che a San Benedetto da un po’ di tempo si stanno invece riducendo a favore di mattone e cubature.

Proprio questi principi hanno ispirato il ministro dello Sport e dei giovani Abodi a definire gli impianti sportivi come cuore pulsante di qualsiasi comunità, sottolineando quanto segue: “I luoghi di sport non sono solo spazi dedicati all’attività fisica, ma rappresentano delle centralità capaci di propagare benefici sociali, culturali ed economici a vantaggio delle comunità, contribuendo in modo significativo all’inclusione e alla coesione sociale”. Per questo quando in sede amministrativa si valutano progetti, che oltretutto non graverebbero sulle esangui casse comunali, come quelli recentemente presentati dalla società rossoblù su Ciarrocchi e Riviera delle Palme, il primo obiettivo, coerentemente con quell’arte della politica ben descritta da Plutarco, dovrebbe essere rivolto al benessere sociale e collettivo, più che ad elencare divieti, vincoli e paletti, spesso rimuovibili, che favoriscono quella sorta di comodo immobilismo, in cui la nostra città è impantanata da anni, e assolutamente contrario a qualsiasi forma di necessario sviluppo. A meno che l’inopinato scopo non sia quello di mettere il bastone tra le ruote a quella squadra di calcio cittadina che non solo a San Benedetto, viste le accorate battaglie che stanno portando avanti i sindaci di Ascoli, Ancona e Fermo, è indiscutibile simbolo dell’intera comunità. Non che vadano ovviamente trascurate le doverose analisi di fattibilità e valutazioni urbanistiche, soprattutto in materia di sicurezza, ma queste dovrebbero essere comunque orientate ad eventuali correttivi e miglioramenti, più che volte a cestinare aprioristicamente iniziative e progetti, avallati nelle sedi istituzionali sportive e che sono da considerare come di pubblica utilità. Questo perché San Benedetto e Samb camminano da sempre a braccetto e in simbiosi ed entrambe meritano di ambire ad un grande futuro.

Fonte foto: sito del Comune di San Benedetto del Tronto (https://bum.comunesbt.it/2024/04/11/samb-campobasso-modifiche-viabilita/)

Alessio Perotti

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