Le scelte tattiche sbagliate immutate dopo Modena, una media punti ben più bassa di Palladini, la contestazione dei tifosi: il tecnico sembra un corpo estraneo nell’ambiente rossoblù…
Doveva essere la partita del rilancio dopo quattro scialbe prestazioni contro un Santarcangelo poco consistente lontano dal Mazzola, visto che solo nella prima trasferta di Fano aveva raccolto i tre punti, e invece è stata quella dell’inabissamento. Dopo aver toccato il cielo con un dito, battendo la Reggiana e issandosi al sesto posto, a partire dalla cocente sconfitta di Teramo Pezzotti e compagni hanno decisamente smarrito la retta via, trascinandosi stancamente verso un finale di stagione senza mordente. Due punti in cinque partite sono l’emblema di un ammaina-bandiera iniziato sicuramente troppo presto e incoerente con quell’obiettivo play-off, che seppur platonico la società ha indicato sin dall’inizio per archiviare in maniera soddisfacente la stagione del ritorno in Lega Pro. Dalla media di 1,5 punti a partita della gestione Palladini (in linea con il target play-off nonostante il calo del periodo conclusivo) si è passati all’ 1,2 (poco più che da play-out) della reggenza Sanderra, che a parte un paio di acuti poche soddisfazioni ha regalato al pubblico rossoblu. E nel primo tempo odierno è giunta la prima pesante contestazione verso l’ex “mister Leggenda”, che a dire il vero non ha fatto nulla per evitarla, anzi. Nelle “puntate” precedenti avevamo stigmatizzato l’erronea lettura dell’andamento della gara da parte del tecnico, stavolta il match non l’ha interpretato bene sin dall’avvio. La migliore arma degli uomini di Marcolini era la fisicità dei suoi due attaccanti, riconosciuta dallo stesso Sanderra, che inspiegabilmente però non ha attuato il minimo accorgimento per contrastarla. Dare in pasto due imberbi giovanotti al tandem offensivo ospite è stato al limite del delittuoso, rinunciando all’esperienza di Radi e alla prestanza di un Di Filippo, che da titolare inamovibile alle dipendenze di Palladini non ha disputato nemmeno lo straccio di un minuto con Sanderra. E qui si apre il grosso interrogativo del rapporto della squadra con un tecnico, che appare sempre più un corpo estraneo sia allo spogliatoio che all’intero ambiente rossoblu. E’ comunque anche giusto riconoscere che la società non è che gli abbia dato una grossa mano con un mercato di gennaio rivelatosi davvero deludente e anzi forse controproducente.
Alessio Perotti